“Mi dispiace usare queste parole, ma i mafiosi non sono nessuno, sono delle merde…”, così Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dal palco di Genova. Pronunciate da Lui non sono parole di circostanza, ma pietre dure come diamanti, scagliate alla fine di una grande giornata per le legalità e contro la corruzione, pronunciate davanti a centomila persone, e soprattutto urlate con passione davanti ai familiari delle vittime delle mafie. Parole, dunque, forti in sé, ma rese ancora più forti dal contesto ambientale e umano.
A Genova non c’era l’antimafia delle chiacchiere, quella dei comizi domenicali o della commozione a tariffa ai funerali. Alle sue parole, anzi alle loro parole bisognerebbe rispondere approvando subito la legge contro la corruzione, quella vera ovviamente, e respingendo il tentativo di trascinare sul banco degli imputati i giudici siciliani che hanno raccolto il testimone di Falcone e Borsellino, a cominciare da Antonio Ingroia. Per questo Articolo21 aderisce alla campagna promossa dal Fatto, perché si tratta di una risposta concreta a chi definisce “merdosi” i mafiosi e li contrasta 365 giorni all’anno. Per questo vogliamo ringraziare le migliaia di donne e di uomini che, anche attraverso questo giornale e questo spazio, hanno chiesto e ottenuto che venissero proclamati i funerali di stato per Placido Rizzotto.
Ora chiediamo qualcosa di più e cioè, come hanno proposto Davide Sassoli e i familiari di Rizzotto, che la cerimonia si svolga a Corleone, dove Placido fu ammazzato per il suo impegno contro i mafiosi e i loro protettori politici. Il sindacalista della Cgil, e con lui decine e decine di militanti troppo spesso dimenticati, fu ucciso perché aveva scelto di servire lo stato e non di servirsi dello stato per strappare affari, appalti e voti. Lezione, dunque, quanto mai attuale.
Per questo ci sembra giusto onorarlo e ricordarlo, per questo sarebbe doveroso farlo a Corleone e magari, come ha proposto il Centro Pio La Torre, aprire un museo della memoria dedicato a Placido Rizzotto e ai tanti che hanno perso la vita per contrastare la mafia e tenere in vita i valori della legalità costituzionale.
Chi condividesse l’appello ci dia una mano a farlo girare, magari ci riusciamo anche stavolta!