E’ forse cinico parlarne ora. Nel pieno del lutto di un Paese intero, sconvolto dalle follie di un killer fantasma. Ma la realtà è questa: proprio ora la Francia si trova a una svolta, le presidenziali che potrebbero mettere fine all’era Sarkozy. Ed è inevitabile che la novità abbia influenze sulla campagna. E’ pure probabile che, almeno per qualche giorno, la tragedia favorisca il Presidente in carica, abile nel parlare alla “gente”, rassicurante e fermo al tempo stesso.
Già stamani un nuovo sondaggio va in questa direzione. E’ stato realizzato negli ultimi giorni da Ipsos, uno degli istituti più affidabili, per conto della radio FranceInfo, delle televisioni pubbliche (France Télevisions) e di Le Monde. Non tiene conto solo della drammatica giornata di ieri, ma dà qualche prima indicazione. Ebbene, Sarkozy è accreditato al 27,5% di consensi al primo turno, che si terrà fra un mese. E’ andato su di due punti pecentuali e mezzo in due settimane. Hollande, invece, è calato di un punto a quota 28,5%, scendendo al suo livello più basso da dieci mesi a questa parte. Il candidato socialista resta in testa, ma con un solo punto percentuale di distanza rispetto a Sarkozy: il divario più ridotto mai registrato finora.
Intanto Marine Le Pen, la zarina dell’estrema destra, scivola del 2,5% a quota 15%, il record minimo della campagna. Mentre continua l’ascesa di Jean-Luc Mélenchon, il leader dell’estrema sinistra, che si attesta all’11,5%, due punti in più rispetto a due settimane fa: è il suo record massimo. E’ evidente che la svolta a destra operata negli ultimi tempi nel discorso di Sarkozy per “rubare” consensi all’astro nascente Marine Le Pen ha sortito i suoi effetti. Intanto lo stesso sondaggio dà ancora come vincente al secondo turno, in misura decisa, Hollande. Ma pure in questo caso la differenza si riduce: dal 56% per il socialista e dal 44% per Sarkozy di due settimane fa siamo passati rispettivamente a 58 e 42%.
Il Presidente, ebreo sefardita da parte di madre, puo’ sfruttare l’effetto commozione per la tragedia che si è consumata ieri a Tolosa davanti a una scuola ebraica. Non solo: nelle ultime ore Sarkozy ha saputo intervenire con quel misto di solennità e calore, che gli sono tipici. E che sono quello che si attende da un Presidente in tali occasioni. E’ proprio in questi casi che riesce a dare il meglio di se stesso, a essere più convincente, di sicuro molto di più di quando si ritrova a leggere discorsi tecnici sulle manovre finanziarie o sul futuro culturale della Francia, scritti dai suoi diligenti consiglieri. Anche grazie al suo accento da ebreo sefardita parigino, Sarkozy riesce a sembrare uno del popolo. Con Hollande, originario del Nord della Francia, l’accento asettico di chi si è diplomato alla prestigiosa Ena, siamo agli antipodi. E’ in generale il problema del candidato socialista. Che legge discorsi tecnici di politica economica scritti di suo pugno. Ma che, arrivando ai comizi, si sforza di baciare le signore di mezza età che lo accolgono, senza poter evitare un imbarazzo palese. L’umanità di Sarkozy (vera o presunta, naturale o costruita che sia: questo resta ancora oggi un mistero per tutti) può rappresentare un vantaggio in questo momento. I francesi sono sotto shock. Proprio ora hanno bisogno di umanità.