Sul registro degli indagati sono finiti 11 ex assessori oltre all'imprenditore Paolo Pizzarotti con l'accusa di abuso d'ufficio. Il gip rigettò la richiesta di sequestro preventivo
Nell’indagine sui lavori dell’Ospedale Vecchio avviata dalla Procura di Parma sono indagati gli undici assessori della giunta di Pietro Vignali che firmarono la delibera per l’affidamento dell’appalto all’impresa Pizzarotti, ad eccezione dell’allora delegato allo Sport Roberto Ghiretti (che oggi corre per la fascia di sindaco), dell’ex assessore alle Politiche scolastiche Giovanni Paolo Bernini (accusato di corruzione nell’inchiesta Easy Money), e dell’ex sindaco, che quel giorno erano assenti. Nel mirino dell’inchiesta anche l’allora vicesindaco e attuale candidato primo cittadino del Pdl Paolo Buzzi, oltre al titolare dell’impresa Paolo Pizzarotti, l’amministratore delegato Aldo Buttini e Giampaolo Monteverdi, ingegnere del Comune responsabile del progetto. Per tutti i 14 indagati le accuse sono di abuso d’ufficio e di violazione della normativa sui beni storico-architettonici.
Nella delibera del 27 maggio 2010 relativa al progetto dell’Ospedale Vecchio, una clausola prevede una rivalutazione della spesa del Comune in base alle variazioni delle condizioni del mercato intercorse tra la data dell’aggiudicazione del project financing e quella dell’affidamento dei lavori. L’accusa di abuso d’ufficio si baserebbe proprio su questa clausola, che era già stata bocciata dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici nel 2009, e che secondo la Procura sarebbe stata inserita ad hoc per favorire l’impresa Pizzarotti.
Per quanto riguarda la violazione della normativa sugli immobili di interesse storico-artistico, la convenzione tra Comune e impresa Pizzarotti prevedrebbe la ristrutturazione dell’Ospedale Vecchio e non il restauro, che è sottoposto a vincoli di conservazione e tutela molto più rigidi. Al punto che all’inizio, il progetto prevedeva la realizzazione di un albergo al posto dello storico complesso monumentale.
La prima richiesta di sequestro preventivo presentata dal procuratore capo proprio pochi giorni dopo le dimissioni del sindaco Pietro Vignali, a fine settembre, era stata rigettata dal gip Paola Artusi, che aveva riscontrato “diverse anomalie nella procedura di affidamento del project financing”, ma non tali da configurare i reati ipotizzati. Laguardia allora aveva impugnato il provvedimento, chiedendo il riesame al tribunale di Parma. E ora, anche se le motivazioni saranno rese note solo nei prossimi giorni, la risposta è arrivata, rimettendo in discussione uno dei più contestati progetti della passata amministrazione Vignali, e bloccando un altro dei più importanti cantieri della città.
di Silvia Bia