Riduzione dei costi per Mediaset, che rimane azionista-creditore di Endemol e non prevede nessun taglio al personale. L’azienda, ha dichiarato all’Ansa il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, intende agire sui costi “e già nel 2012 avremo un calo delle spese televisive tra il 4 e il 5%”. Anche perché la pubblicità, dopo le dimissioni del Cavaliere, è crollata dell’8%.
I primi effetti del piano di taglio dei costi da 250 milioni di euro annui entro il 2014 “si vedono già nell’ultimo trimestre del 2011”, ha aggiunto il figlio del Cavaliere, che domani incontrerà la comunità finanziaria nella ‘City’ di Londra per presentare i conti approvati ieri. Ma per le prospettive del 2012, soprattutto per la raccolta pubblicitaria, “non possiamo avere previsioni, piuttosto ‘visioni’ – ha aggiunto – perchè gli acquisti da parte degli inserzionisti non avvengono mesi prima con campagne ampiamente programmate, ma nel giro di poche settimane”. Pier Silvio Berlusconi conferma comunque che “questo dovrebbe essere un anno ancora piuttosto difficile, ma siamo fiduciosi perchè Mediaset è diventata un network completo, con un avvio di presenza su Internet grazie al progetto ‘all news’, un’integrazione tra televisione e il Web che intendiamo rafforzare anche con nuovi progetti”.
Tuttavia, come ha riportato Repubblica, nell’ultimo trimestre 2011 la raccolta pubblicitaria di Mediaset è stata inferiore a Rai e Sky. Fino al 30 settembre 2011, la raccolta di Cologno era in calo solo del 2%, contro il -4,6% dei concorrenti. Ma dopo l’addio a Palazzo Chigi gli spot sono scesi dell’8,1% e sulle tre reti Mediaset si è registrata una flessione in negativo dell’11% . Male anche sul fronte dei dividendi, visto che quest’anno saranno solo 45 milioni contro i 150 dell’anno scorso e la cedola scende dai 0,35 euro dell’anno precedente ai 0,10 euro del 2011. Secondo il vicepresidente, però, il calo è motivato dalla “prudenza aziendale” anche se “ovviamente non fa piacere diminuire la cedola e la crisi ci ha colto in un momento di investimento, di espansione, ma l’efficienza e la solidità dei conti devono essere al centro del nostro lavoro, così come siamo solidi nei nostri ‘core business'”. Compresa Mediaset Premium, per la quale è stato rinviato di un paio d’anni l’obiettivo di pareggio di bilancio. “Sui conti pesano i carissimi rinnovi dei diritti per il calcio, ma i ricavi da attività caratteristica, cioè vendita di carte, ricariche, abbonamenti e raccolta pubblicitaria, hanno raggiunto i 615 milioni, con una crescita del 14%: è un business al quale crediamo fermamente”.
Per quanto riguarda Endemol, dopo l’uscita di Barclays che ha venduto la sua quota al fondo di investimento Apollo Management, Mediaset è diventata il primo azionista della società di format televisivi. Si tratta di una “partita” che, prosegue Pier Silvio, “vedremo come evolve”. Mediaset, che nel 2007 insieme a Goldman Sachs e Cyrte aveva rilevato il gruppo olandese al picco del mercato per 2,6 miliardi di euro, non dovrà ascrivere perdite in bilancio, avendo già azzerato il valore della partecipazione. Ora si attende maggio per la conversione definitiva dei crediti ‘senior’ in azioni, con Mediaset che scende verso il 6-7% dell’ideatore di programmi come ‘Il grande fratello’, ma che potrebbe entrare in Cda e rimane comunque l’unico socio ‘industriale’.