Panico tra gli albergatori della Riviera romagnola e delle città turistiche in tutta Italia, costretti a mettere in regola i propri hotel dal punto di vista delle norme antincendio (allarmi, estintori, segnaletica, vie d’uscita) e, quindi, pronti ad agire di nuovo come lobby contro Roma. Se il Governo con il decreto Milleproroghe di gennaio ha confermato un nuovo slittamento (al dicembre 2013) sugli adeguamenti in materia (la legge è datata 1994), la ‘bomba’ è quella dei requisiti minimi.

Il decreto è stato firmato dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e da adottare entro 60 giorni. In particolare, si tratta di interventi strutturali specifici – dalle scale interne ed esterne agli impianti antifumo – che ben difficilmente possono essere realizzati in due mesi (entro fine maggio il termine segnalato). Oltre alle residenze turistico-alberghiere con più di 50 posti letto, si calcola che su base sia comunale (1.100 hotel) sia provinciale (2.300 hotel) circa il 30% delle strutture risulterebbero fuorilegge. E, dunque, sarebbero o da ridimensionare, tagliando i posti letto, o da chiudere.

Dopo 18 anni di continue proroghe, verrebbe da pensare, il tempo per mettersi in regola c’è stato e (almeno) gli operatori più accorti si saranno adeguati. La categoria in questione, però, ancora una volta non ci sta e parla di “diktat” del Governo.

“Il 50% dei nostri alberghi rischia per poter lavorare di scendere sotto i 50 posti letto, impossibile in un momento come questo dove il turismo è ancora una economia trainante del paese e dove il 50% dei nostri hotel è in affitto”, lancia l’allarme la presidente dell’associazione Aia (la principale nel Riminese) Patrizia Rinaldis, che chiede a nome della categoria “una revisione di quanto previsto alla luce dell’impossibilità reale all’applicazione delle voci singole voci”. I tempi per i requisiti minimi, esclama Rinaldis, “dovrebbero slittare almeno a dopo settembre per consentire l’applicazione di quanto previsto”.

Nel frattempo, per cercare di ‘ammorbidire’ il Governo, la categoria si è mobilitata insieme con i colleghi di altri territori (Toscana, Veneto, città d’arte in generale) ma soprattutto nei confronti di Comune di Rimini, Provincia, parlamentari locali, Regione Emilia Romagna. È già in programma una ‘trasferta’ a Roma nei prossimi giorni e, sul territorio, un convegno a tema il 26 marzo.

Dunque, si profila una nuova super azione di lobbying da mettere in campo. Chi raccoglie subito l’appello è il deputato del Pdl riminese, Sergio Pizzolante, che ha già scritto al collega di Cancellieri con delega al Turismo, Piero Gnudi, invocando una soluzione di “buonsenso”. Sì perché, tuona Pizzolante, “il decreto ministeriale firmato in questi giorni dal ministro Cancellieri ha dell’incredibile. Ma in che mondo vivono i burocrati che hanno sottoposto al Ministro una norma di questo tipo?”.

Il parlamentare Pdl attacca: “Il Governo, con le norme previste con la nuova proroga antincendio, costringerà il 30% degli alberghi a ridurre i posti letto o a chiudere i battenti prima della stagione estiva. È una norma pro-recessione in uno dei pochi settori che possono favorire la crescita”.

Il berlusconiano conta su Gnudi: “Si sta esaminando il dossier per arrivare al più presto, spero, ad una soluzione”, segnala il deputato che spera di poter contribuire a concedere agli albergatori ulteriori sei mesi di tempo per l’acquisizione dei nuovi requisiti minimi “e accedere così all’ultima proroga”.

Se non cambierà nulla, invece, saranno dolori: gli alberghi avranno 30 giorni di tempo per le verifiche di parte e i tecnici dei Vigili del Fuoco avranno, successivamente, 60 giorni per decidere la riduzione di posti letto o la chiusura dell’attività. Pizzolante assicura: “Non vi è alcun dubbio che questa deve essere l’ultima proroga, ma non si devono cambiare i requisiti minimi in corsa, senza concedere agli alberghi il tempo necessario per rimettersi in regola”.

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