Alla fine sarà il Parlamento delegittimato che ha votato per la libertà di Cosentino e Dell’Utri a liquidare l’art. 18. Tutto ciò, ancora una volta contro la maggioranza del Paese reale: ad esempio un sondaggio online del Corriere della sera ha rivelato che ben il 67,8% degli italiani è contrario ad ogni modifica, o per usare il mellifluo e mistificatorio linguaggio di lorsignori, “riforma” dell’art. 18.
L’art. 18 è un simbolo importante, tanto è vero che il 23 marzo del 2002, esattamente dieci anni fa, a sua difesa scesero in piazza a Roma milioni di persone. L’attacco venne respinto e segnò l’inizio della fine di quel governo Berlusconi, prima che le scempiaggini del centrosinistra e dei suoi presunti leaders gli riaprissero la strada del governo e del potere.
Ben ne sono consapevoli Napolitano e Monti, i quali, per riprendere la plastica espressione di Loris Campetti sul manifesto di oggi, vogliono presentare al capitale finanziario internazionale lo scalpo della classe operaia e di tutti i lavoratori e lavoratrici italiani.
La questione è molto semplice: si tratta di stabilire se in Italia i lavoratori e le lavoratrici continuano a mantenere una dignità umana e giuridica, derivante fra l’altro anche dall’art. 1 della nostra Costituzione, ovvero sono, come si conviene a ogni sistema capitalista che si rispetti, merce come le altre e possono essere comprati e venduti senza limiti e controlli.
Terribile e sfacciata, come di consueto, è l’ ipocrisia delle classi dominanti. Ad esempio sulla questione dei licenziamenti discriminatori, laddove le scelte pratiche perseguite da Marchionne a Pomigliano illuminano più di ogni chiacchiera sconclusionata della Fornero o simili sulle vere intenzioni dei padroni: liquidare la parte più cosciente della classe operaia per avere mano libera nelle ristrutturazioni. O la retorica assolutamente non credibile sul fatto che la “riforma” dell’art. 18 sarebbe la strada per avere maggiori assunzioni, in particolare fra i poveri giovani, laddove il problema è quello della manifesta assenza, in Italia e in Europa, di ogni politica per lo sviluppo economico, tanto più che gli Stati e gli enti locali sono strangolati dal capitale finanziario.
La situazione è tragicomica. Rinvigorita come sempre dagli inciuci la destra contempla compiaciuta il raggiungimento di un risultato per il quale si spendeva inutilmente da anni. Nel teatrino serale delle marionette di Vespa, ieri sera, spiccavano un Sacconi ringalluzzito, che dava i punti alla Fornero, e un Fassina in evidente stato confusionale, che ripeteva meccanicamente che occorreva leggere il testo prima di dare giudizi: evidentemente nessuno glielo aveva ancora passato, nonostante sia il responsabile lavoro del Partito Decerebrato.
Due però sono gli elementi positivi: la coerenza della CGIL che chiama allo sciopero generale e il coraggio dell’Italia dei Valori, un partito che si candida a rappresentare il Paese reale nel Parlamento delle marionette e dei corrotti venendo così a costituire un fondamentale caposaldo dell’opposizione e dell’alternativa da costruire. Un appello, quello per la difesa ad oltranza dell’art. 18, che va seguito, per spazzare via le marionette, restituire a questo Paese un Parlamento e un governo degni e, soprattutto, riaffermare i diritti della classe lavoratrice, base vivente della democrazia in Italia.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Politica - 21 Marzo 2012
Sciopero generale subito a tutela della nostra dignità
Alla fine sarà il Parlamento delegittimato che ha votato per la libertà di Cosentino e Dell’Utri a liquidare l’art. 18. Tutto ciò, ancora una volta contro la maggioranza del Paese reale: ad esempio un sondaggio online del Corriere della sera ha rivelato che ben il 67,8% degli italiani è contrario ad ogni modifica, o per usare il mellifluo e mistificatorio linguaggio di lorsignori, “riforma” dell’art. 18.
L’art. 18 è un simbolo importante, tanto è vero che il 23 marzo del 2002, esattamente dieci anni fa, a sua difesa scesero in piazza a Roma milioni di persone. L’attacco venne respinto e segnò l’inizio della fine di quel governo Berlusconi, prima che le scempiaggini del centrosinistra e dei suoi presunti leaders gli riaprissero la strada del governo e del potere.
Ben ne sono consapevoli Napolitano e Monti, i quali, per riprendere la plastica espressione di Loris Campetti sul manifesto di oggi, vogliono presentare al capitale finanziario internazionale lo scalpo della classe operaia e di tutti i lavoratori e lavoratrici italiani.
La questione è molto semplice: si tratta di stabilire se in Italia i lavoratori e le lavoratrici continuano a mantenere una dignità umana e giuridica, derivante fra l’altro anche dall’art. 1 della nostra Costituzione, ovvero sono, come si conviene a ogni sistema capitalista che si rispetti, merce come le altre e possono essere comprati e venduti senza limiti e controlli.
Terribile e sfacciata, come di consueto, è l’ ipocrisia delle classi dominanti. Ad esempio sulla questione dei licenziamenti discriminatori, laddove le scelte pratiche perseguite da Marchionne a Pomigliano illuminano più di ogni chiacchiera sconclusionata della Fornero o simili sulle vere intenzioni dei padroni: liquidare la parte più cosciente della classe operaia per avere mano libera nelle ristrutturazioni. O la retorica assolutamente non credibile sul fatto che la “riforma” dell’art. 18 sarebbe la strada per avere maggiori assunzioni, in particolare fra i poveri giovani, laddove il problema è quello della manifesta assenza, in Italia e in Europa, di ogni politica per lo sviluppo economico, tanto più che gli Stati e gli enti locali sono strangolati dal capitale finanziario.
La situazione è tragicomica. Rinvigorita come sempre dagli inciuci la destra contempla compiaciuta il raggiungimento di un risultato per il quale si spendeva inutilmente da anni. Nel teatrino serale delle marionette di Vespa, ieri sera, spiccavano un Sacconi ringalluzzito, che dava i punti alla Fornero, e un Fassina in evidente stato confusionale, che ripeteva meccanicamente che occorreva leggere il testo prima di dare giudizi: evidentemente nessuno glielo aveva ancora passato, nonostante sia il responsabile lavoro del Partito Decerebrato.
Due però sono gli elementi positivi: la coerenza della CGIL che chiama allo sciopero generale e il coraggio dell’Italia dei Valori, un partito che si candida a rappresentare il Paese reale nel Parlamento delle marionette e dei corrotti venendo così a costituire un fondamentale caposaldo dell’opposizione e dell’alternativa da costruire. Un appello, quello per la difesa ad oltranza dell’art. 18, che va seguito, per spazzare via le marionette, restituire a questo Paese un Parlamento e un governo degni e, soprattutto, riaffermare i diritti della classe lavoratrice, base vivente della democrazia in Italia.
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(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Un team negoziale israeliano sta attualmente discutendo la questione degli ostaggi con i mediatori egiziani in Egitto. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Le autorità della Macedonia del Nord stanno indagando su un possibile caso di "corruzione" in relazione all'incendio che ha ucciso almeno 59 persone in una discoteca. Lo ha riferito il ministro degli Interni Pance Toskovsky.
"Questa azienda non ha una licenza legale per lavorare. Questa licenza, come molte altre cose in Macedonia nel passato, è legata alla corruzione", ha detto Toskovsky durante una conferenza stampa a Kocani, una piccola città nell'est del paese balcanico dove è avvenuta la tragedia durante un concerto nella notte tra sabato e domenica.
Brasilia, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - L'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, accusato di un tentato colpo di Stato, ha dichiarato durante una manifestazione a Rio de Janeiro che il divieto impostogli di ricandidarsi alle elezioni del 2026 rappresenta una "negazione della democrazia".
"Voglio dire a tutti coloro a cui a Brasilia non piaccio: le elezioni senza Bolsonaro sono una negazione della democrazia in Brasile", ha detto l'ex leader dell'estrema destra di fronte a migliaia di sostenitori radunati sulla spiaggia di Copacabana.