A Bologna e a Modena i centri d'identificazione ed espulsione gestiti da Daniele Giovanardi passano dai 70 e 75 euro per "ospite" a 30. A rischio servizi basilari per i detenuti e riduzione drastica dei posti di lavoro tra il personale delle strutture
Ex Centro di permanenza temporanea (Cpt), il Cie di Bologna è affidato in appalto fino ad agosto alla Confraternita della Misericordia, l’ente con a capo Daniele Giovanardi, fratello del senatore Carlo Giovanardi. Il bando per la nuova gestione è stato pubblicato pochi giorni fa e scadrà a fine aprile. Mentre quello per il Cie di Modena, per ora in mano sempre alla Confraternita della Misericordia, è già stato chiuso. Entrambe le gare hanno adottato il criterio del massimo ribasso: senza superare la soglia dei 30 euro al giorno a persona, si aggiudica l’appalto chi offre il minor prezzo. E chi riesce a far rientrare in quella cifra non solo vitto e alloggio, ma anche i servizi igienici, i costi amministrativi e il lavoro di operatori diurni e notturni, infermieri (24 ore su 24), medici (8 ore al giorno), assistenti sociali, mediatori, psicologi.
Difficile se si considera che oggi entrambe le strutture spendono più del doppio: 70 euro Bologna, e 75 Modena. Il timore è che un taglio del 70% costringa i gestori a sacrificare il personale, privando gli stranieri di servizi come l’insegnamento della lingua, e condannandoli all’isolamento. “Con risorse così ridotte – spiega il responsabile del progetto sociale nel Cie di Bologna Franco Pilati– si dovrà risparmiare sui servizi sociali, considerati non essenziali in un contesto come questo”. A Bologna i posti di lavoro a rischio sono una quindicina, mentre a Modena sono in bilico 8 assistenti.
“Chiaramente noi parteciperemo – fa sapere Anna Lombardo, l’attuale direttrice del Centro bolognese – ma cercando di imporre i nostri costi”. Così come hanno fatto a Modena, dove la gara è andata deserta: non si è presentato nessuno, se non la Misericordia, la quale ha riproposto gli stessi prezzi della gestione precedente.
La questione è già approdata in Parlamento. La deputata del Pd Sandra Zampa ha presentato un’interpellanza urgente al ministero dell’Interno, chiedendo la sospensione dei bandi. “Io sono sconcertata – commenta la parlamentare – questa è una gravissima violazione dei diritti minimi. Ho già scritto una lettera personale al ministro Annamaria Cancellieri, chiedendole un incontro. Voglio sperare che non sia stata ben informata dai funzionari”. Il riferimento è al sottosegretario all’Interno Saverio Ruperto, che in aula, secondo la democratica, avrebbe dimostrato di non conoscere bene l’argomento. “Forse – prosegue – sarebbe il caso che facesse un giro nei Cie prima di dire che l’intenzione del bando è quella di migliorare i servizi”.
Per adesso al Viminale non sembrano disposti a fare un passo indietro. “La previsione dei costi – ha spiegato il sottosegretario Ruperto – ha tenuto conto degli esiti delle gare svolte in altre parti del territorio nazionale, dove il prezzo si è mantenuto sotto i 30 euro. Cito gli esempi di Foggia, dei due centri a Bari, di un centro a Varese e di quello a Trapani-Milo”.