Nato a Birmingham nel 1948 da genitori italiani emigrati nel Regno Unito, il chitarrista storico del gruppo creato insieme a Ozzy Osbourne si racconta in un'autobiografia uscita in Italia per i tipi di Arcana
Un amore per la musica quella del piccolo Tony – nato a Birmingham nel 1948 da genitori italiani emigrati nel Regno Unito – , sbocciato nella sua cameretta ascoltando da una radiolina i gruppi strumentali che avevano le chitarre in primo piano, come gli Shadows: “Mi hanno fatto venire voglia di suonare la chitarra, adoravo quel sound, roba strumentale e ho capito: voglio fare questo”. Ma non è facile per lui diventare musicista. I soldi in casa scarseggiano, e le finanze per l’acquisto di una chitarra non ci sono. Inoltre Tony è mancino e trovare una sei corde per lui è davvero molto complicato. La madre, però, fa di tutto per accontentarlo e alla fine riesce a regalargli una chitarra elettrica Watkins Rapier vista su un catalogo. Una Watkins per mancini dal costo di 20 sterline che la madre paga a rate.
Terminati gli studi e dopo aver fatto svariati lavoretti, il suo obiettivo principale è diventare un musicista professionista. Entra in contatto con un pianista e un batterista più grandi di lui e dallo strimpellare da solo in camera sua comincia a esibirsi in pubblico. Con la band ottiene un ingaggio in un pub e Tony, che non ha neanche l’età per entrare in un pub, incomincia a guadagnare qualche sterlina per la felicità dei genitori. Ma dopo qualche tempo entra in un’altra formazione, i Rockin’ Chevrolets, i quali, vestiti rossi di lamé forniscono la colonna sonora ai giovanotti inglesi che nei concitati weekend si picchiavano nel locale…
In seguito anche gli Chevrolets si sciolgono e dopo aver sostenuto una brillante audizione entra nei The Birds & The Bees, più vicini a una band professionista, tanto che ottengono di andare in tournée in Europa. E’ l’inizio del sogno. Che però dura pochissimo. Tutto va per il verso giusto, lavora ancora, però, come saldatore in una fabbrica. E’ il suo ultimo giorno da saldatore quando durante la pausa pranzo alla mamma comunica di non voler terminare il turno pomeridiano. Questa però insiste: “Va e finisci il lavoro per bene… uno Iommi si comporta così”. Torna in fabbrica. Gli tocca lavorare a una grossa pressa perché quel giorno non c’è la signora che di solito se ne occupa. La mattina tutto fila liscio, ma al ritorno dalla pausa pranzo, forse perché sovrappensiero, schiaccia il pedale e la pressa gli piomba sulla mano destra staccandogli le punta di due dita. Medio e anulare. “Ecco è finita per sempre” pensa. E’ il suo ultimo giorno di lavoro e anche il più triste. Il sogno di una gran carriera davanti svanisce mentre guarda la sua mano destra grondante sangue.
Non tutto il male viene per nuocere però. Tutti sanno quel che Tony Iommi è diventato. In più deve re-incontrare il mitico Ozzy, suo ex compagno di scuola, che in quel periodo si fa chiamare “Ozzy Zig”, e Black Sabbath per adesso è solo il titolo di un film del genere horror con protagonista Boris Karloff e non il nome di una delle band più prolifiche e durature della storia della musica. Una storia che davvero somiglia più alla trama di un film che a una vita realmente vissuta: come riesce a diventare “Iron Man”, e a creare un nuovo genere, l’Heavy Metal, lo scoprirete leggendo questa incredibile quanto travolgente biografia.
TONY IOMMI “IRON MAN IL MIO VIAGGIO TRA PARADISO&INFERNO CON I BLACK SABBATH”
Prezzo: 19,50 euro
Editore: Arcana Collana Biografie
Pagine: 390 con inserto fotografico