Sono tanti i rischi che gli ebrei corrono quando devono commentare l’ennesimo massacro di stampo antisemita. Il primo è quello di dargli una forma retorica, fatto salvo il contenuto intollerabile. “Sono d’accordo. Se noi ebrei non cambiamo il nostro modo di pensare e affrontare questi momenti dolorosissimi e sconvolgenti che ci riguardano, rischiamo di strumentalizzarli e farli strumentalizzare”, dice Moni Ovadia riferendosi a quanto accaduto a Tolosa dove un 24enne ha ucciso quattro persone ebree proclamando “la vendetta dei bambini palestinesi”. “ Dobbiamo sforzarci di scorporare l’odio contro noi ebrei per non rischiare di trasformarlo in un abuso della memoria. Di ritornare alla Shoah intesa come genocidio solo degli ebrei. Proprio in questi momenti bui, che ci lacerano, dovremmo ricordarci che è un errore separare l’odio contro gli ebrei dall’odio verso le altre minoranze”.
Moni Ovadia sa di fare riflessioni scomode e, per molta gente, assurde e inopportune ma ciò che gli preme – e lo dimostra tutta la sua storia, umana e professionale – è riflettere sulle cause che inducono le persone a coltivare l’odio razzista. “So di dire una cosa per molti intollerabile ma è ciò che penso: pensate che Sarkozy e Hollande avrebbero interrotto la loro campagna elettorale se fossero stati uccisi tre bambini Rom? Io, purtroppo, non credo. Quando vengono appiccati gli incendi agli accampamenti rom, i media non reagiscono come se avessero incendiato una scuola ebraica. Eppure anche i rom hanno subito un genocidio nei lager nazisti e così gli omosessuali. Ciò che intendo dire è che la comunità ebraica dovrebbero urlare molto più forte quando avvengono episodi di razzismo nei confronti delle altre minoranze. Noi ebrei dobbiamo sforzarci di pensare che l’odio razzista non è settoriale. Che sia peggiore quello nei confronti degli ebrei”.
Ma l’odio antisemita ha una sua specificità?
“Certo ma questo non significa che valga di più o di meno. Primo Levi non ha scritto ‘Se questo è un ebreo’ ha scritto ‘Se questo è un uomo’. Un rabbino recentemente ha detto: “Vedrete la prossima volta non inizieranno da noi ma finiranno con noi”, con questo voglio dire che non siamo solo noi ebrei le vittime dell’odio razzista. Chi ha ucciso quei poveri bambini, aveva ucciso prima dei ragazzi musulmani”.
Vuole dire che se si tollera o non si reagisce allo stesso modo contro il razzismo nei confronti di altre etnie e categorie di persone, poi non si è credibili quando si condanna l’antisemitismo?
“Sì, la società e, la comunità ebraica in particolare, devono essere più intransigenti contro il razzismo in tutti i suoi aspetti. Quando per esempio si è saputo che un console italiano fa parte di una band fascio rock, non mi pare di aver visto e sentito forti reazioni di indignazione. Ma anche questo episodio fa parte della peste nera, la peste neonazista, che non va scambiata per folklore. Mai”