Sgombero forzato e in tutta fretta per una famiglia del comune di San Benedetto val di Sambro con crepe sui muri di casa dovute agli scavi che durano da mesi. Eppure il sindaco ha motivato l'ordinanza sostenendo il "lieve scivolamento di alcuni travetti dell'orditura secondaria del tetto probabilmente imputabili alle copiose nevicate dei giorni precedenti"
C’era una volta Ripoli-Santa Maria Maddalena, la frazione montana nell’appennino bolognese, messa a rischio per le frane risvegliate dallo scavo di una galleria. L’ultimo aneddoto di questa vicenda narra della famiglia con una bimba piccola che domenica ha dovuto abbandonare la propria casa. Nell’ordinanza firmata dal sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Gianluca Stefanini, la motivazione dell’evacuazione forzata non sono gli scavi, di cui tutta l’Italia parla.
“È stato osservato – si legge nell’ordinanza contingibile e urgente del 13 marzo scorso – un lieve scivolamento di alcuni travetti dell’orditura secondaria del tetto (circa 2-3 mm) e di parte del tavolato (un paio di cm) probabilmente imputabili alle copiose nevicate dei giorni precedenti, che inseriscono l’edificio sulla soglia di attenzione essendo lo stesso già sottoposto a monitoraggio”.
La beffa per la famiglia di via Santa Maria Maddalena che domenica ha abbandonato definitivamente l’abitazione è che in tutte le quattro pagine dell’ordinanza di Stefanini, i lavori di scavo della galleria Val di Sambro non sono neppure citati. Sembra che il danno sia dovuto solo alla neve. Invece basta prendere i dati raccolti con le misurazioni radar che da mesi monitorano i danni causati dai lavori per la Variante di valico. Il sensore F 42 montato sull’abitazione sgomberata segnala che dai primi di luglio al 9 marzo la casa è scivolata verso ovest di 7 centimetri ed è scesa, rispetto al livello del mare, di oltre 2 centimetri. Movimenti simili si stanno registrando anche nella adiacente chiesetta di Santa Maria Maddalena, con la quale la casa sgomberata forma un blocco strutturale unico.
Nell’ordinanza del sindaco tuttavia non si fa mai riferimento a questi dati. Come affermato da un tecnico vicino ad Autostrade, le case scivolano tutte intere. “Gli edifici si muovono come si muoverebbe un signore che stesse in un ascensore: lei scende ma il signore non subisce sollecitazioni. Gli edifici stanno scendendo – ammette il tecnico – ma stanno scendendo rigidamente”.
Intanto, dopo la notizia di ieri su un pilone della trafficatissima Autostrada del Sole che si è mosso a causa della frana di Ripoli, il sindaco Stefanini ha provato a tranquillizzare i cittadini. Da tempo gli contestano di non aver fatto abbastanza per difenderli. I sensori montati sui piloni del viadotto Rio Piazza, ha spiegato il primo cittadino all’agenzia di stampa Adn Kronos, “sono monitorati da mesi, i movimenti rilevati finora sono di pochissimi millimetri” tuttavia, “solo uno di questi, l’F 44 negli ultimi 15 giorni ha registrato una variazione di circa un millimetro. In pratica da novembre a oggi si è spostato di mezzo centimetro”.
Ma a smentire le dichiarazioni del primo cittadino Pd basta leggere di persona i dati di quel sensore. Osservandoli si nota che in data 9 marzo, rispetto al livello del mare, il pilastro si è spostato di oltre un centimetro. Il massimo dell’abbassamento si è avuto tuttavia all’inizio di febbraio quando il sensore segnalava quasi meno 2 centimetri.
Venerdì a Bologna il prefetto Angelo Tranfaglia ha convocato il collegio dei periti per fare il punto sulla situazione della frana. In questo comitato di esperti nominato a novembre sono rappresentate tutte le parti in causa (imprese e istituzioni), eccetto il comitato dei cittadini. Nel frattempo gli scavi vanno avanti nonostante ieri i geologi della Regione Emilia Romagna sottolineassero che la frana ha accelerato il suo cammino. Non solo: le perforazioni proseguono al ritmo di un metro al giorno, nonostante da alcune settimane il consiglio regionale abbia votato all’unanimità uno stop ai lavori.
Chissà se venerdì il prefetto Tranfaglia, rappresentante del governo nel territorio, parlerà di questa ipotesi con Franco Braga, consulente di parte di Autostrade nel collegio dei tecnici e contemporaneamente sottosegretario dello stesso governo (ilfattoquotidiano.it, ha già sottolineato il suo palese conflitto di interessi). Ma per ora l’ingegnere, docente alla Sapienza, non molla né l’incarico di governo, né tanto meno quello di consulente della società di Benetton.