Le immagini girate a Bamako nei giardini e nelle stanze della Koulouba, bianca residenza d’epoca coloniale che ospitava fino a ieri mattina il presidente della repubblica Amadou Toumani Touré, rimandano a infinite altre di saccheggio e degrado dopo la cacciata del potente di turno. Poltrone sventrate, confusione di carte sul pavimento, bossoli per terra, soldati armati di tutto punto che si aggirano nei saloni e nei viali del parco.

Saccheggi e vandalismi anche nel quartier generale della tv di stato Ortm, la Borsa del lavoro (sede dei sindacati) incendiata, auto bruciate, alberghi e negozi derubati. Una foto di France Presse immortala un militare mentre carica su un pick up un frigorifero sottratto a una residenza ufficiale.

E’ questa l’immagine simbolo del colpo di stato capeggiato dal capitano Amadou Sango?

La rivolta dei giovani ufficiali pone molti interrogativi sulla direzione che vorrà percorrere nel prossimo futuro.

Una volta catturato il presidente ATT e una manciata di ministri, come si muoveranno i golpisti?

I partiti, che si stavano confrontando per le elezioni del 29 aprile, hanno già preso le distanze.

Sembra mancare una leadership in grado di prendere in mano le sorti del paese che dal 17 gennaio 2012 è coinvolto in una guerra civile fra esercito e guerriglieri del Mnla, Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad. Nelle ultime settimane oltre 200 mila maliani hanno dovuto abbandonare i loro villaggi, fuggendo nei paesi confinanti dalle tre regioni del Nord rivendicate dal Mnla.

La comprensibile esasperazione dei militari costretti ad affrontare con scarso equipaggiamento i ribelli armati da Gheddafi (molti combattenti del Mnla sono rientrati in Mali dopo la caduta del regime libico) ha dato il via al golpe nella caserma di Kati. Nel primo comunicato i militari chiedono mezzi adeguati per difendere l’unità nazionale. Dove sono finiti gli aiuti che dal 2008 gli Stati Uniti non hanno lesinato all’esercito maliano per combattere Aqmi nelle immensità desertiche del nord?

Oltre vent’anni fa, nel marzo del 1991, la rivolta degli studenti pose fine al ventennio di dittatura di Moussa Traoré. L’esercito, capeggiato dal generale Amadou Toumani Touré, assunse il controllo della situazione, venne creato un governo di transizione che condusse alle elezioni democratiche del 1992. ATT lasciò il potere a Oumar Konaré, fu eletto poi presidente nel 2002 e nel 2007; nel rispetto della costituzione non si è candidato nel 2012. L’alba del 22 marzo ha finito la sua carriera destituito dai militari.

Foto Lapresse

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