E’ Rodolfo Sabelli, il pm romano dell’inchiesta sulla P3, il nuovo presidente della Associazione nazionale magistrati. Prende il posto di Luca Palamara e come lui è un rappresentante di Unità per la Costituzione, la corrente di centro delle toghe, e guiderà una giunta fondata sull’alleanza con Area, il cartello elettorale tra i due gruppi di sinistra Magistratura democratica e il Movimento per la giustizia.
Resta all’opposizione Magistratura Indipendente, uscita vincitrice dalle elezioni di fine febbraio, e i cui rappresentanti per protesta hanno abbandonato i lavori del parlamentino prima che si arrivasse al voto. Ma l’obiettivo dichiarato della nuova giunta, il cui mandato è a termine (l’orizzonte temporale è di un anno), è lavorare per recuperare l’unità.
C’è voluta quasi un’intera giornata per arrivare a questa soluzione, dopo che era andato a vuoto il tentativo di arrivare subito a una giunta unitaria; una spaccatura che ufficialmente si è consumata sul programma (Magistratura Indipendente chiedeva che la priorità fossero le condizioni di lavoro dei magistrati, a cominciare dalla questione retributiva), con uno scambio di accuse reciproche tra maggioranza e opposizione sulle responsabilità del mancato risultato.
“Quello raggiunto è un accordo finalizzato alla gestione del potere dentro il Csm” ha accusato il leader di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri, secondo cui da parte di Unicost “non c’è stata alcuna volontà di costruire una giunta unitaria; un errore politico grossissimo, visto che va contro il risultato elettorale”. Ma almeno nelle intenzioni dichiarate dalle forze che sostengono la nuova giunta l’obiettivo è riconquistare appena possibile l’unità.
“Il lavoro che va fatto da qui ai prossimi mesi è ricostruire un’unità seria per prospettare alla politica le riforme che servono” ha detto Ezia Maccora, esponente di Magistratura democratica, spiegando che comunque non si poteva lasciare l’Anm senza giunta in questo momento. Un concetto ribadito dal nuovo presidente Sabelli: “Ci proponiamo un’unità sostanziale e in un futuro, nei tempi più brevi, anche formale”. Centrale per la nuova giunta è la questione morale in magistratura; ma l’attenzione sarà anche rivolta alle condizioni di lavoro dei magistrati. E le prime battaglie saranno sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla questione della corruzione, con la richiesta già esplicitata dal nuovo segretario Maurizio Carbone – il pm di Taranto che ha indagato sul suicidio del portiere di via Poma Pietrino Vanacore e che in giunta rappresenta Area- di “incidere in maniera seria sul regime della prescrizione”. Nella giunta per la prima volta ci sono cinque donne: tra loro Anna Canepa, che è vice presidente e Alessandra Galli, figlia del giudice Guido, vittima del terrorismo nel 1980.