Quello di volere “salvare il pianeta” è forse uno dei propositi più ridicoli concepiti dalla presuntuosa mente umana. Siamo talmente sicuri di essere al centro di tutto, noi esseri umani, che pensiamo davvero di potere porre fine all’esistenza di un pianeta come la Terra. Semmai, l’inquinamento di origine antropica uccide (in certi casi fino a portare all’estinzione) migliaia di specie vegetali ed animali (inclusa appunto la nostra), ma non il pianeta.
Adottare politiche, tecnologie o stili di vita più ecocompatibili, quindi, può portare noi esseri umani a prolungare la nostra permanenza sulla Terra. Perché nel momento in cui dovessero avverarsi le previsioni dei più catastrofisti, saremmo noi ad andarci di mezzo, non un astro che esiste da ed esisterà ancora per miliardi di anni.
Il migliore esempio della nostra miopia è forse quello dell’energia nucleare. Produrre scorie che rimangono radioattive anche per centinaia di migliaia di anni (quando solo 25mila anni fa l’essere umano ancora si arrampicava sugli alberi delle savane africane), solo per illudersi di pagare meno una bolletta, è appunto di una presunzione, e di un egoismo, incredibili.
Ci sarà la tecnologia a salvarci da noi stessi, se ancora ci saremo, fra altri 25, 50 o 100mila anni? No, la tecnologia può salvarci oggi, aiutandoci a passare subito dalla quantità alla qualità, a produrre meglio, non di più, in modo da evitarci di ridurre il “nostro” pianeta un deserto radioattivo che, comunque, a differenza nostra avrà sempre e comunque un futuro.