“Porterò sempre il peso indelebile per le sofferenze causate a quanti, per colpa mia, hanno subito danni. Sono oggi pienamente consapevole degli errori che sono stati commessi. Mi pento dello stato di esaltazione che, all’epoca, non mi ha consentito di percepire che celando le reali condizioni del gruppo non sarei uscito dal tunnel dei debiti e dalla spirale di reati che, per tale motivo, andavo compiendo”. Così Calisto Tanzi nelle sue dichiarazioni spontanee, in aula a Bologna, nel processo d’appello per il crac Parmalat.
L’ex patron del gruppo di Collecchio è arrivato in ambulanza nell’aula della corte d’appello dove si celebra il processo di secondo grado. Tanzi ha un sondino gastrico per l’alimentazione artificiale. Su richiesta dei suoi legali a Tanzi sono state tolte le manette ai polsi. Non è la prima volta che l’ex re del latte arriva a Bologna per prendere parte ad un’udienza. Recentemente (il 6 marzo scorso) non mancò alla prima udienza del tribunale di sorveglianza in merito alla richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa.
Il 9 gennaio, invece, Tanzi fu presente a una delle udienze di fronte alla terza sezione penale della Corte d’appello di Bologna per il crac Parmalat. In quell’occasione accusò un lieve malore e abbandonò l’aula anzitempo.
”Fin dai primi interrogatori misono sempre assunto la responsabilità di quanto è stato fatto nel Gruppo – ha detto leggendo un testo in modo incerto – e sono perfettamente consapevole della gravità dei danni che i creditori e soprattutto coloro che hanno acquistato obbligazioni riferibili al gruppo, hanno subito”. Tanzi ha detto inoltre di confidare che la Corte saprà tenere conto di ciò anche per le “mie gravi condizioni di salute” e per il fatto che porterà sempre il peso per le sofferenze causate.