In Lombardia, ed a Milano, ci sono due amministrazioni, di opposta idea politica, che gestiscono la salute dei cittadini.
La sanità regionale, che ha la responsabilità maggiore della salute soprattutto da un punto di vista organizzativo e di gestione, ha come assessore Luciano Bresciani ma, come molti sanno, è storicamente gestita direttamente dal suo Presidente Roberto Formigoni che, ad esempio, pone molti esponenti legati a Comunione e Liberazione agli alti vertici delle aziende ospedaliere sia da un punto di vista amministrativo che strettamente sanitario.
Molti dei politici appartenenti alla maggioranza sono indagati e, inoltre, in questi giorni è stato confermata in appello la condanna ad un primario della ex Clinica Santa Rita che, senza controlli appropriati, sembra, ma attendiamo il terzo grado di giudizio, abbia operato moltissime persone che potevano evitare la sala operatoria, solo per gonfiare i rimborsi.
Proprio sui rimborsi gonfiati verteva una domanda che avrei posto a Formigoni, se avesse aspettato i tempi televisivi, e comunque ancora qui rimando in attesa di risposta.
La salute comunale invece è stata accantonata. Il nuovo Sindaco di Milano, pur essendo “il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio”, ha deciso che l’assessorato alla salute era uno degli assessorati da sacrificare alla legge dell’economia, infatti è stato cassato, delegando in realtà l’esclusiva autorità alla sanità regionale collegata strettamente a CL.
Ma prendiamo ad esempio quello che sta succedendo in questi giorni ad alcuni cittadini milanesi, di “Via Harar”, che lottano in prima persona contro il rumore e le emissioni tossiche causate dalla costruzione della metropolitana 5. Qualche verifica, qualche parola da componenti marginali della giunta di Giuliano Pisapia. Per il resto nulla.
Sembrerebbe proprio che la Regione abbia parola assoluta sulla sanità, cercando metodi per riempire il barile (ticket e rimborsi eccessivi, inutili o “fantasmi”) senza impegnarsi a tappare i buchi.
E sembrerebbe, ed uso il condizionale, che il comune non voglia proprio impegnarsi per contrastare, in nessun modo. Ci sono stati accordi per l’Expo, ed i lavori della metropolitana 5 ne fanno parte, e la salute di cui il Sindaco è “protettore” passa in secondo piano rispetto agli impegni ormai firmati tra regione e comune.
Le indagini dei magistrati inoltre, più regionali che comunali, influenzano i rapporti tra le amministrazioni ed il paziente ne patisce le conseguenze, sia da un punto di vista amministrativo che sanitario specifico. In attesa di “un nuovo vento primaverile” che spazzi e pulisca veramente il cielo di Milano potremmo, sabato 31 marzo, partecipare alla richiesta di dimissione della giunta regionale che tanto conta nella salute dei cittadini.
O forse dovremmo sperare che, come dice una nota canzone di Giorgio Gaber, finalmente si finisca per dire “basta” a questa dualità, che bene non fa al cittadino-paziente, e ci si impegni tutti per il bene esclusivo, come dice la Costituzione all’articolo 32, dell’”individuo” magari proponendo una nuova costituente che tenga conto del “bene comune“.