Luca, mio figlio, dieci anni, sta scrivendo un racconto sul mio computer. Io di solito evito con cura di aprire il file: non voglio invadere il suo mondo fantastico di bambino. Ricordo ancora con turbamento quanto ci rimasi male quando, più o meno alla sua età, mi resi conto che i miei zii leggevano di nascosto il mio primo racconto, quello sui pirati, scritto a mano con una indecisa grafia infantile e con chissà quanti errori di ortografia. I miei zii sorridevano bonariamente alle mie frasi, ma le frasi di un bambino vanno rispettate e basta, senza commenti. Oggi però Luca mi ha chiesto di leggere il primo capitolo. Si parla di una banda quasi dopolavoristica di avventurieri, con uno dei protagonisti che fa per professione il disoccupato.
“Ti piace papà?”
Se è vero, come sembra, che Silvio Berlusconi sta lavorando a un film su se stesso e sul “ventennio” di sua reggenza, non si sa se con intenti agiografici o di propaganda per una futura resurrezione, suggerirei al regista prescelto di iniziare il film così, con un bambino, nato nel bel mezzo del ventennio, che pensa che fare il disoccupato sia un lavoro. Un bell’inizio, perché i bambini al cinema funzionano sempre.
Un po’ pericoloso forse, perché qualcuno potrebbe pensare che il protagonista assoluto del film sia un po’ colpevole dello sfascio in cui questo bambino si trova a vivere i migliori anni della propria vita. Starà agli sceneggiatori e al regista correggere il tiro e portare lo spettatore verso altre considerazioni e a leggere in maniera positiva anche questo inizio devastante. D’altra parte Silvio Berlusconi ha saputo raccontare una realtà che non esiste, appunto per quasi un ventennio, convincendo milioni di spettatori, rendendo a suo modo tutto scene da film, dagli impegni elettorali alla giustizia, dall’amore al disonore.
Capisco la difficoltà e l’imbarazzo che sta provando in questi giorni Berlusconi nel trovare il regista giusto per questo film, ma d’altra parte uno come lui che si è inventato cantante, statista e allenatore di calcio, certamente non troverà difficoltà, se butta male, a trasformarsi anche in regista, di tutti, in fondo, il mestiere più ingannevole.