Un'interrogazione di Veltroni ripropone il mistero di Enrico De Pedis, l'esponente della banda della Magliana tumulato in Sant'Appollinare a Roma: "Non è territorio vaticano, chi diede le autorizzazioni?"
In Parlamento torna alla ribalta il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza romana, figlia di un dipendente vaticano, scomparsa nel 1983. Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri “ha deciso di disporre ulteriori accertamenti” sulla sepoltura di Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana legato al mistero della scomparsa della ragazza, nella basilica di Sant’Apollinare a Roma.
Tutto nasce dal botta e risposta scaturito da un’interrogazione su questo tema presentata da Walter Veltroni del Pd. Ieri in commissione antimafia il ministro Cancellieri aveva affermato che “la Basilica di Sant’Apollinare gode del regime di extraterritorialità, essendo ubicata nello Stato del Vaticano”. Dunque nessuna procedura burocratica fu avviata alla morte di De Pedis, nel 1990, in relazione alla “tumulazione ‘privilegiata’ dei cadaveri in luoghi diversi dal cimitero”. Inoltre, “sarebbero state rilasciate a suo tempo dal Comune di Roma le autorizzazioni prescritte per la traslazione della salma”. E comunque, “in virtù di un regio decreto del 1938”, l’introduzione delle salme dal territorio italiano nella Città del Vaticano “è autorizzata dal governatore di quello Stato”.
Una tesi confutata da Veltroni nella question time di oggi alla Camera, che ha citato il sito ufficiale della Santa Sede (vatican.va), e in particolare l’allegato II del Trattato tra la Santa Sede e l’Italia, che non include la Basilica di Sant’Apollinare tra gli “immobili con privilegio di extraterritorialità e con esenzione da espropriazioni e tributi”.
A questo punto il ministro Cancellieri ha promesso nuovi accertamenti “per verificare la completezza di ogni particolare fornito e in seguito poter dare all’onorevole tutte le informazioni possibili”.
Con Veltroni, a smentire l’extrateritorialità della chiesa che ha accolto la salma del boss c’è Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela. “Mi sono informato presso le autorità competenti e mi hanno riferito che la basilica di Sant’Apollinare non è extraterritoriale, nè è territorio vaticano. Semmai, mi è stato detto, può esserci qualche forma di extrafiscalità, che è tutt’altra cosa. E in ogni caso, fosse anche stato territorio della Santa Sede, non si sarebbe potuto seppellire lì un cittadino italiano senza autorizzazione delle autorità italiane: sarebbe stato come sequestrare una salma”.
Il ministro dell’Interno ha annunciato anche che “su delega dell’autorità giudiziaria sono in corso indagini da parte della squadra mobile di Roma per identificare il presunto agente della sicurezza del Vaticano che avrebbe scattato alcune foto” nel corso della manifestazione organizzata nel gennaio scorso dai familiari di Emanuela Orlandi presso Sant’Apollinare.