Politica

Dalla Lega pop <br> alla Lega flop

Duro ce l’ha duro. Almeno a giudicare dalla mutanda da supereroe che lo fascia stretto stretto e che indossa con una certa maschia nonchalance, insieme al mantello d’ordinanza e allo scudo super-tecnologico modello Alberto da Giussano. È Capitan Padania, protagonista dell’omonimo fumetto ambientato in una adunata della Lega ai tempi d’oro: quando Bossi era il leader indiscusso, il nemico aveva fattezze mediorientali e l’opposizione all’ingresso della Turchia in Europa un tema da battaglia perfetto. Utile a gridare, come infatti fa il supereroe scacciando i terroristi pronti a silurare il Senatúr: «Föra dai ball!». Insomma, bei tempi, quelli con un nemico comune. Perché l’amara verità, per gli ultrà del Carroccio è proprio questa: il fumetto di Capitan Padania poteva funzionare ai tempi d’oro del celodurismo bossiano. Non ora, non oggi, non con Tosi.

Anche se le strisce dell’eroe in calzamaglia verde sono (ri)comparse sul web, raccontano una vicenda, infatti, risalente a qualche tempo fa, come dimostra la fluente chioma del bell’Umberto, co-protagonista del fumetto. Le avventure di Capitan Padania potevano, un tempo, essere credibili. Non belle, comunque ridicole, sostanzialmente comiche, criticabili nel merito, ma funzionali da un punto di vista politico. Perché capaci di rendere pop la Lega, di semplificarne il messaggio, la visione e l’identità. Il Carroccio aveva una storia ben strutturata da condividere con i propri elettori, pronti ad appassionarsi per un sogno comune fondato su un doppio mito: la purezza della comunità e la forza carismatica del capo.

Se Capitan Padania dovesse intervenire oggi a difesa del Senatúr dovrebbe prendere a sonori ceffoni qualche altro leghista della nomenklatura buona, dividerebbe il popolo del nord, sarebbe una specie di eroe a metà. Perché, è chiaro: i prodotti pop (fumetti, spot, persino intere campagne elettorali) funzionano quando un partito è forte e ben solido. Poco importa se poi i protagonisti del fumetto fanno ridere, se la vicenda raccontata suona ridicola. Conta il fatto che serva a condividere una narrazione ben chiara, con un eroe, un antieroe, un obiettivo cui tendere su cui non ci sono dubbi.

E la Lega, adesso, ce ne ha troppi. Capitan Padania ha ormai riposto mutanda e calzetta verde nel contenitore dei panni sporchi.