“Abbiamo deciso comunemente con Cisl e e Uil, di anticipare al 13 aprile la manifestazione di tutti i lavoratori” contro la riforma delle pensioni e gli interventi sugli esodati e “su tutti quei soggetti che pagano un prezzo altissimo di una riforma che è stata fatta senza considerare la realtà. Lo ha annunciato Susanna Camusso, spiegando che sarà quindi anticipata l’iniziativa Cgil prevista per il 17.
Ad aderire alla manifestazione anche l’Ugl. Il segretario Giovanni Centrella ha infatti ribadito il no “ad un provvedimento iniquo, che ha colpito categorie già deboli, dai lavoratori interessati da accordi di mobilità lunga, i cosiddetti ‘esodati’, a coloro che erano ormai vicini alla pensione”.
La leader della Cgil ha risposto a Mario Monti, convinto che il governo incasserà l’ok della Commissione europea anche sulle pensioni, come è accaduto per il lavoro, visto che “non ci sono motivi per ritenere che non avvenga lo stesso”. “Credo che nessuno possa impedire al Parlamento di decidere legittimamente quali sono i testi finali che voterà rispetto al testo, tutt’ora non noto, che dovrebbe arrivare alle Camere”, ha commentato la Camusso. E ha aggiunto: “Credo che non sia mai stato in discussione che il Parlamento approverà la riforma, il tema in discussione è come la cambia”.
E’ intervenuta anche in merito alla situazione dei lavoratori di oggi e ha sottolineato che “le tensioni sociali sono già evidenti” visto che l’Italia è attraversata da scioperi e mobilitazioni. “Ci sono scioperi in tutti i luoghi di lavoro, continueranno a esserci e a essere programmati. I lavoratori – ha osservato – sono giustamente preoccupati che in una stagione così difficile invece di preoccuparsi di fisco, crescita e creazione di occupazione si cerca di licenziare più facilmente”. Inoltre ritiene che “convenga a tutti costruire di nuovo un effetto deterrente a fronte dell’illegittimità dei licenziamenti, e ragionare del licenziamento illegittimo e non delle singole tipologie”.
La Camusso non è stupita che siano “i metalmeccanici i primi che danno un segno, anche formale, di proclamare gli scioperi”, visto che “è uno dei settori che più ha crisi e difficoltà, e più teme che venga usato quello strumento per risolvere problemi che invece andrebbero risolti diversamente”. Alla richiesta dei giornalisti di una stima sull’impatto della riforma dell’articolo 18 in termini di occupazione ha risposto che “le stime si fanno su cose credibili, noi non riteniamo credibile che si possa andare ai licenziamenti facili”.
Interviene anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni secondo cui lo la manifestazione del 13 serve affinché governo e Parlamento risolvano “il problema di centinaia di migliaia di persone che sono rimaste già senza stipendio e senza pensione per effetto della riforma”. Bonanni ha ricordato che il sindacato aspetta di essere convocato su questo tema, come ha già annunciato il ministro Fornero ma, ha avvertito, “deve essere chiaro che su questo problema delle pensioni non faremo sconti a nessuno”. Si tratta di infatti di “una questione di giustizia sociale e di equità”, ha detto, perché “non possiamo far pagare a questi lavoratori ‘esodati’ il prezzo della riforma delle pensioni che si scarica essenzialmente su di loro, visto che sono rimasti senza ammortizzatori e senza pensione”. Esodati di cui ancora non si conosce il numero, come ha detto oggi nel corso di un’audizione alla Camera il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua.