La frana continua a portarsi giù tutto. Il viadotto della vecchia Autostrada del sole, tuttora attraversata da migliaia di automobilisti ogni ora, si è mosso di mezzo centimetro negli ultimi dieci giorni. Gli ultimi dati relativi agli spostamenti di questi 20 milioni di metri cubi di terra provocati dagli scavi per la Variante di valico, parlano chiaro: in totale i piloni del grande ponte della attuale A1 si sono mossi in totale di un centimetro e mezzo. Non solo. La Società Autostrade, svelano fonti riservate a ilfattoquotidiano.it, forse messa in allarme da questi movimenti, monitorerà presto anche l’altra carreggiata dello stesso viadotto (quella in direzione Bologna), finora non presa in considerazione dagli strumenti di rilevazione. L’azienda dei Benetton saprebbe in questo modo se gli spostamenti hanno riguardato anche l’altra fila di piloni che corre parallela.

Al momento infatti sono sotto monitoraggio solo i sei pilastri nel tratto della carreggiata che va da Bologna a Firenze. La scelta di Autostrade di approfondire gli accertamenti sul ponte di fianco arriverebbe dopo che per molti giorni i vertici della società, in primis il suo condirettore generale Gennarino Tozzi, avevano minimizzato. Il dirigente della concessionaria dell’opera all’inizio disse: “Non mi risulta”; pochi giorni dopo disse che si trattava probabilmente “di un errore di misurazione”.

La notizia di questi nuovi controlli è confermata dai diretti interessati, che però la riportano in un normale contesto di routine: “Autostrade per l’Italia costantemente tiene sotto controllo tutte le strutture presenti sulla propria rete – replica la società – utilizzando le metodologie più opportune e le conseguenti attrezzature, oltre che personale specificatamente preposto. In tal senso vanno inquadrate le strumentazioni e il monitoraggio del viadotto Rio Piazza”.

Eppure anche gli ultimi grafici, datati 23 marzo, parlano chiaro. “Dai rilevamenti di Autostrade con la propria strumentazione – ha spiegato oggi Andrea Defranceschi, capogruppo in Regione Emilia Romagna del Movimento 5 stelle, che ha diffuso i dati – risulta che il pilone della A1 che si trova davanti all’imbocco della frana (nel sistema di monitoraggio ha la sigla F60, ndr) a venerdì si era spostato di 1,5 centimetri. Il movimento è stato di mezzo centimetro negli ultimi 10 giorni”.

Secondo il geometra Dino Ricci che guida il comitato dei cittadini di Ripoli contro gli scavi della galleria Val di Sambro, se quei dati avessero conferma, “l’attuale A1 oggi non supererebbe le prove di collaudo”.

Ma a essere sempre più a rischio sarebbero le case. “Una ventina si trovano in soglia di attenzione o in soglia di allerta”. Di che cosa si tratta? A Ripoli, secondo un protocollo messo su da Autostrade e dal suo perito di fiducia (il sottosegretario e ingegnere Franco Braga, cui ilfattoquotidiano.it ha contestato un conflitto d’interessi), la condizione delle case va fatta rientrare in tre categorie di pericolo: soglia di attenzione, soglia di allerta e soglia di allarme. Dopo c’è solo lo sgombero, che a Ripoli ha già riguardato 15 case, 13 famiglie e 28 persone.

Il geometra Ricci – ora in pensione, ma in passato costruiva proprio le autostrade – non ha dubbi: “Secondo il protocollo stilato da Braga, vedendo lo scivolamento registrato nei giorni scorsi, quelle venti case sono tutte almeno nella soglia di attenzione. Alcune infatti, come quelle vicino alla chiesetta in planimetria numerate come 10, 11 e 13 – prosegue il geometra a capo del comitato ripolese – sarebbero addirittura in soglia d’allerta”.

La versione dei fatti di Autostrade per l’Italia, almeno per ciò che riguarda le cause, è radicalmente diversa: “Nessun edificio di Ripoli è entrato in soglia di attenzione per effetto dello scavo della galleria. Molti edifici e precisamente 22, presentano dei danni pregressi evidenziati già dai testimoniali di stato e per questo motivo sono stati classificati in ‘soglia di attenzione’ dai tecnici incaricati del monitoraggio”.

Intanto, per tornare alla questione dei piloni della vecchia Autostrada, il consigliere Defranceschi lancia un appello all’assessore ai Trasporti, Alfredo Peri, affinché “faccia fare una perizia strutturale sul viadotto ad Anas e Autostrade. Non facciamo dell’allarmismo, ma non si può neanche sottovalutare la situazione”. E Autostrade, dal canto suo, sembra che abbia deciso autonomamente di andare più a fondo, mettendo i misuratori (prismi e inclinometri) anche sulla carreggiata più lontana rispetto alla frana. Bisogna capire se la vecchia Autostrada del Sole, costruita negli anni Sessanta, sia messa a rischio dalla frana riattivata dagli stessi scavi per la nuova Variante di Valico.

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