Chiusura di seduta in forte calo per Piazza Affari, oggi la peggiore di tutta Europa, indebolita dall’aumento dello spread e dai timori per la situazione della Spagna. L’indice Ftse Mib ha segnato un -3,30 per cento finale a 15.908 punti, mentre All Share ha chiuso a -3,06 per cento. Entrambi gli indici sono appesantiti dai titoli bancari capaci di perdite del 10 per cento e oltre, come nel caso di Monte Paschi e Bpm.

Per Piazza Affari, quindi, una giornata difficile, cominciata in maniera tranquilla e poi gradualmente precipitata con affanno crescente. Grande attesa, ora, per la riunione dell’Ecofin di domani a Copenhagen, che dovrebbe dare il quadro dei conti pubblici spagnoli, e varare il rafforzamento del fondo salvastati. Il timore è quello di un rischio contagio proveniente dal paese iberico, un’ansia testimoniata dall’andamento dello spread tra Btp italiani e Bund tedeschi, che si è già rimesso in moto, salendo oltre 340 punti. Fastidio anche per i dati Usa, dove si sperava in una discesa più rapida della disoccupazione.

Male tutte le altre Borse europee, peggiorate in scia alla tensione tornata sui titoli di Stato italiani e spagnoli, innescata dal timore di Standard & Poor’s che per la Grecia non sia sufficiente l’attuale piano di salvataggio. L’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto circa un punto percentuale e mezzo. Molte piazze azionarie hanno fatto peggio, a partire da Atene, in calo comunque inferiore rispetto a Milano (-2,4 per cento contro il -3,30). Ha tenuto Madrid, che cede meno di un punto. Perdite simili per Londra (-1,15 per cento), Parigi (-1,43 per cento), Francoforte (-1,77 per cento), Amsterdam (-1,39 per cento),  Zurigo (-1,14 per cento); male Stoccolma che ha ceduto il 2,50 per cento.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

L’impero Ligresti affonda in borsa, per Fonsai e Premafin perdite da record

next
Articolo Successivo

Istat: carrello della spesa, rincari al top dal 2008. Divario record tra salari e prezzi

next