Nell'edizione delle 19 il giornalista dedica un editoriale al suo congedo promettendo: "Qualche volta continuerò ad intervenire". L'ex direttore, che lascia il posto a Giovanni Toti, è stato chiuso tutto il giorno nel suo ufficio facendosi vedere anche dietro a un vetro con la scritta: "Non posso parlare"
Alla fine di una lunga giornata di meditazioni e trattative nel suo studio al Palazzo dei Cigni, Emilio Fede dà il suo arrivederci al pubblico del Tg4 con un editoriale di congedo in cui sottolinea che la sua sostituzione con Giovanni Toti alla guida della testata non si tradurrà in un addio. “Non è un addio, è un arrivederci. Qualche volta continuerò ad intervenire”, ha detto con gli occhi lucidi visibilmente emozionato e lasciando intendere che manterrà in qualche modo un ruolo di colloboratore-editorialista. L’editoriale è andato in onda nell’edizione serale del Tg4, condotta da Marina Dalcerri, che ha dato tra le notizie principali proprio quella del cambio di direzione annunciando il pezzo di congedo di Fede.
Per pensare a cosa avrebbe detto, ma anche, forse, per metabolizzare la decisione epocale dell’editore (anche se lo stesso direttore aveva più volte scherzato che il 24 giugno di quest’anno, al compimento del suo 81° anno di età avrebbe lasciato la guida della testata), Emilio Fede è rimasto chiuso nel suo storico studio a Cologno Monzese quasi tutto il giorno. Un atteggiamento che ha scatenato le più fantasione ricostruzioni giornalistiche alimentate da Fede stesso che si è mostrato ai cronisti al di là di un vetro con in mano un cartello: “Non posso parlare”. Il giornalista è uscito comunque proprio poco prima dell’inizio dell’edizione serale, accolto da una marea di giornalisti e fotografi.
In mattinata il direttore uscente aveva voluto gettare acqua sul fuoco su alcune ricostruzioni che lo vedevano in rotta di collisione con l’azienda dell’ex premier Silvio Berlusconi. Un po’ sofferente, per uno strappo muscolare in palestra, ma “per nulla angosciato”, Emilio Fede stamane scherzava: “E’ sbocciata la primavera”, ha detto rispondendo a chi gli chiedeva come stesse affrontando la sua prima giornata da ex direttore del Tg4. “Ho letto i giornali e mi sono subito messo di buon umore ho letto cose che normalmente si scrivono di chi non c’è più, con il piacere di esserci ancora. Leggendo la mia storia mi sono detto ‘però, quanto sono bravo’, e poi ci sono i tanti messaggi e messaggini che ho ricevuto, fra gli altri quello del direttore di Radio1 e del Gr1 Antonio Preziosi, che mi invitava a entrare a far parte della sua squadra. L’ho ringraziato. Fuori casa è pieno di gente, ho dovuto farla allontanare”.
Resta, comunque, il dimissionamento da parte di Mediaset sul quale Fede spiega: “Io dovevo firmare l’accordo per uscire il primo luglio, ho ritardato, in questo ho mancato io. Loro mi hanno sollecitato, io ancora non firmavo, volevo sei mesi di proroga. Loro hanno assunto una posizione decisa, io l’ho fatto a mia volta e così ci siamo separati”. “E’ anche stato un po’ male interpretato qualcosa che ho detto a margine di quella vicenda della banca di Lugano. Una vicenda che resta importante nella mia vita, perché per me è importante stabilire se sono un riciclatore o una persona per bene, ma il confronto con l’azienda è un’altra cosa: Berlusconi è con me, nel senso che mi vuole bene. In questi anni ho dato tanto a Mediaset e tutta l’azienda mi ha dato tanto. Non potrei mai dire una virgola contro l’azienda”.
Dal canto suo, il nuovo direttore Giovanni Toti si è detto lusingato dalla scelta di Mediaset e ha lodato il suo predecessore. “Ho accettato questo incarico con grande entusiasmo. Il Tg4 – ha detto Toti – è il marchio storico dell’informazione Mediaset, ha una grande redazione, è una pietra miliare nell’informazione televisiva generalista, grazie al lavoro fatto in 20 anni da Emilio Fede, che è stato maestro per tutti i giornalisti Mediaset. Il mio compito è traghettare questo patrimonio nel nuovo secolo, metterlo al passo con i tempi, con le regole che valgono sempre per il buon giornalismo: essere autorevoli e completi”. Toti però non nasconde di considerare molto impegnativa la doppia direzione: “Già dirigere bene una testata è difficile, dirigerne due mi sembra un’opera titanica. Ma è una scelta che spetta all’editore. E per il tempo che l’editore riterrà opportuno farò entrambe le cose cercando di dare il meglio”. Per Toti la ricetta per “fare un buon tg generalista ed equilibrato bisogna essere aperti a tutte le idee e a tutte le tendenze, cogliere lo spirito del momento”. “Nell’era dei canali all news, dei tablet, di internet, dai grandi tg generalisti la gente si aspetta più approfondimento, un confronto sulle notizie, il parere di esperti di diverse tendenze socio-politiche”, sottolinea il direttore che intende confermare la linea della “forte sinergia con l’all news Mediaset, come c’è già sia a Studio Aperto che al Tg4: d’altronde io e Mario Giordano abbiamo lavorato insieme 10 anni ed oltre ad essere un collega direttore è anche un carissimo amico, dunque studieremo insieme anche altre forme di sinergie col tempo”, conclude