Recessione e stretta del credito. E’ impietosa la diagnosi del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, ascoltato in commissione Bilancio alla Camera. “Siamo nel pieno di una seconda recessione – ha spiegato durante l’audizione il superministro del governo Monti – e questo trend, se dobbiamo prendere per buone le previsioni, durerà tutto l’anno”. Una situazione di “non crescita” che dura “da molto tempo”. Il governo, assicura Passera, non sta con le mani in mano: “Il nostro compito è invertire questa tendenza che, non solo non crea posti di lavoro ma rischia di creare ulteriori problemi”. Il ministro ha ribadito che bisogna pensare ad una “crescita sostenibile dal punto di vista finanziario e non basata sul debito”. Ed è per questo, ha sottolineato, che “occorre agire sulle ragioni strutturali della non crescita”.

Recessione, dunque. Ma l’Italia ha anche un altro problema: quello che Passera chiama “credit crunch” e che in italiano si chiama “stretta del credito”, cioè un crollo dell’offerta del credito, con tassi d’interesse troppo alti e chiusura di accesso al credito per chi non riesce a pagare. Un fenomeno che fu particolarmente visibile durante la grande crisi del 1929. L’azienda Italia, quindi, secondo Passera, ha un problema di “credit crunch”: “Dobbiamo agire subito”. “Il tema del credito è diventato un ‘super tema’ – sono parole di Passera – per una serie di gravi cause: mancanza di liquidità, aumento delle sofferenze, regole bancarie che hanno tolto altro capitale alle banche e si è creato un vero e proprio credit crunch. Dobbiamo agire subito”.

“Per uscire dalla recessione dobbiamo accelerare su tutte le riforme strutturali in programma e su tutte le leve della crescita – ha infine precisato Passera – Il piano degli interventi è stato illustrato alla commissione e su tutti i capitoli che porteranno a un aumento strutturale della competitività delle nostre imprese e del sistema paese è stato fatto il punto dei risultati concreti già ottenuti”.

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