La Rai ha trovato il talk e il conduttore che sostituirà Annozero di Michele Santoro il giovedì sera. Sarà Giovanni Minoli, 67 ani, come anticipa questa mattina il sito Leggo.it, da settembre a prendere lo spazio di prima serata su Rai2 che è stato per anni e con record d’ascolti del giornalista salernitano. Già a settembre scorso, durante il Prix Italia, il direttore della seconda rete Pasquale D’Alessandro, aveva accennato al fatto che si “stava lavorando ad un programma d’informazione sostitutivo di Annozero” e aveva aggiunto “ci sono tre strade: adottare uno stilema tradizionale di talk con un nome che ne garantisca il successo oppure rischiare tutto innovando completamente”. La scelta di Minoli non sembra costituire una novità assoluta. Minoli è rimasto in Rai, rarissimo caso, anche dopo la pensione grazie ad un sontuoso contratto da consulente per seguire il faraonico progetto delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
In questi ultimi mesi si erano fatti diversi nomi di giornalisti-conduttori che ambivano al giovedì di prima serata, come: Gianluigi Paragone, Giuliano Ferrara e anche quello di Antonello Piroso in uscita da La7, ma poi il dg Ra Lorenza Lei aveva fugato ogni dubbio dichiarando alla stampa: “Meglio una scelta interna all’azienda”. Ed ecco spuntare ora il nome di Minoli con un talk – riporta ancora Leggo – già in fase di studio. E per il nuovo talk è previsto che a Minoli venga fatto un nuovo contratto di consulenza.
Ironia della sorte era stato lo stesso Minoli pochi giorni fa, in un’intervista a Repubblica, ad auspicare il ritorno di Santoro alla Rai, magari “alla direzione di un telegiornale”. E per restare all’attualità, ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nel question-time di Montecitorio aveva risposto ad un’interrogazione del deputato di Fli, Chiara Moroni, sullo scandalo Agrodolce, la fiction siciliana di Rai3, sospesa dopo la prima serie e fortemente voluta proprio dal giornalista torinese. Un progetto da 70 milioni di euro naufragato dopo 230 puntate e che doveva durare diversi anni, lasciando 200 persone in cassa integrazione e una cittadina, Termini Imerese, in attesa di sapere che fine faranno i 25 milioni di euro di fondi pubblici stanziati da tempo dalla Regione Siciliana per creare a Termini una nuova Cinecittà e dare lavoro a centinaia di persone, anche alla luce della chiusura dello stabilimento Fiat.
“Il piano di riendustrializzazione del polo di Termini Imerese, resta sotto osservazione da parte del ministero dello Sviluppo – ha dichiarato Passera – allo stato sussiste da un lato la disponibilità delle risorse pubbliche destinate al finanziamento dell’iniziativa dell’Eistenin multimedia e – continua – dall’altra la perdurante sospensione delle esecuzione del progetto presentato da Eistenin multimedia per Termini”. Si tratta della stessa società Einstein che nel 2007 vince l’appalto per la produzione della soap, ma i costi di realizzazione lievitano e nasce una querelle giudiziaria tra la società di produzione e la Rai. Il patron di Einstein Luca Josi presenta a novembre del 2011 un lungo esposto querela ai carabinieri di Roma, dove – a suo dire – denuncia che “per la fiction erano state fatte pressioni per far assumere amici ed erano state imposte delle location in odor di mafia”. Nell’esposto Josi faceva i nomi, a vario titolo, di Giovanni Minoli, di un dirigente Rai, Ruggero Miti, e di una collaboratrice della stessa Einstein, Renèe Cammarata, che in passato aveva lavorato con Minoli. Il pm della Procura della Repubblica di Roma Gisueppe Deodato poche settimane fa ha aperto un fascicolo d’indagine ipotizzando il reato di concussione e altro e ha iscritto nel registro degli indagati alcuni nomi.