Una bomba. Così viene definita nei corridoi di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, la notizia dell’imputazione coatta di Raffaele Lombardo per concorso esterno a Cosa Nostra e voto di scambio aggravato. Un’accusa pesantissima che è piombata come un fulmine a ciel sereno sulla testa del presidente siciliano, esponente dell’Mpa, e che adesso mette in pesante difficoltà i suoi alleati di governo, soprattutto quelli che hanno fatto della lotta alla mafia la bandiera della loro azione politica.
Il ruolo più scomodo tocca probabilmente al senatore Beppe Lumia, già presidente della Commissione parlamentare antimafia e da sempre in prima linea contro Cosa Nostra. Insieme ad Antonello Cracolici, capogruppo democratico all’Ars, è il regista dell’accordo Pd-Mpa: un accordo problematico che nei mesi scorsi aveva scatenato una vera e propria faida tutta interna ai democratici, cominciata con la mozione di sfiducia per il segretario regionale Giuseppe Lupo e culminata nell’implosione del centrosinistra alle primarie palermitane.
“Alla fine ognuno di noi si farà un’idea su Lombardo – aveva detto Lumia pochi giorni fa – Se emergeranno elementi negativi personalmente sarò in testa sulla severità nel giudizio. Ho sempre sostenuto che i contatti, se sono consapevoli, vanno puniti politicamente”. Adesso Lumia si trova a coniugare la sua personale storia di lotta alla mafia con l’appoggio diretto ad un presidente che da Cosa Nostra avrebbe preso voti e finanziamenti. Una posizione scomoda che durerà almeno fino alla prima udienza preliminare. Dopo la riunione straordinaria di maggioranza infatti Cracolici ha cercato di prendere tempo: “Toccherà a un altro giudice pronunciarsi sull’eventuale rinvio a giudizio. Poi di fronte a un rinvio a giudizio per fatti di mafia, interromperemo il sostegno al governo. Ma, ripeto, ci toccherà vedere ancora altre puntate prima che la telenovela finisca”.
Un’istantanea sull’inedita posizione del duo Lumia-Cracolici la regala Orazio Licandro: ”La coperta finora usata da un pezzo del Pd siciliano per coprire questa scandalosa alleanza politica si riduce a meno di un fazzoletto – commenta l’esponente del Pdci – La nouvelle vague antimafia dovrebbe moderare l’arroganza che l’ha contrassegnata negli ultimi tempi”.
Inedita e difficile anche la posizione di Futuro e Libertà. “Il giorno in cui dovesse arrivare una richiesta di rinvio a giudizio per Lombardo, Fli ripenserà all’appoggio che finora gli ha concesso”, aveva annunciato il deputato finiano Fabio Granata, anche lui componente della Commissione antimafia e particolarmente attivo nelle battaglie contro Cosa Nostra. Adesso, dopo la decisione del gip Luigi Barone, la richiesta di rinvio a giudizio per Lombardo è automatica. Anche i finiani però hanno deciso di aspettare che il rinvio si concretizzi: “Conosciamo Raffaele Lombardo e sappiamo che si comporterà anche in questa circostanza con correttezza e coerenza rispetto alla complessa vicenda giudiziaria che lo riguarda, se e quando dovesse perfezionarsi il rinvio a giudizio”.
Un mezzo passo indietro rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi che ha prestato il fianco alle critiche dell’opposizione. “Ho sempre avuto dubbi sullo sbandierato rigore politico di personaggi come Antonello Cracolici, Beppe Lumia, Carmelo Briguglio e Fabio Granata” è l’affondo di Rudy Maira, capogruppo del Pid all’Ars. I partiti dell’opposizione sono andati all’attacco anche di Massimo Russo e Caterina Chinnici, ex magistrati ora assessori di Lombardo: “Certo, siamo pensierosi della difficile posizione dei magistrati e degli ex prefetti che sono in Giunta di Governo – scrivono in una nota i capigruppo di Pdl, Pid e Udc – A loro non piace respirare aria più pura. Tra le verità di Lombardo e quelle dei loro colleghi magistrati, scelgono in anticipo. Per pregiudizio, anch’esso coatto”.
Adesso per la sopravvivenza del governo regionale diventa dunque fondamentale l’udienza preliminare, che Lombardo spera “sia convocata al più presto possibile”. Il governatore neoimputato per mafia ha respinto con forza l’ipotesi delle dimissioni, anche nella peggiore delle ipotesi, appunto il rinvio a giudizio. “La peggiore delle ipotesi non esiste – ha detto a caldo Lombardo – quello che esiste è la verità. E io su questa vicenda scriverò un memoriale. Con franchezza non mi aspettavo questa decisione del gip, così come non se l’aspettava nessuno. Forse solo qualcuno”. Qualcuno chi? “Qualcuno” ha ribadito sornione.