C’è cascata anche lei, Elsa Antonioli in Monti, insospettabile consorte del Premier-con-il-loden. Mentre il marito bacchettava gli italiani “impreparati” alle sue riforme, lei – la first Sciüra – si faceva intervistare da “Chi”, il rotocalco di Alfonso Signorini, sino a ieri impegnato a celebrare i fasti della Real Casa di Arcore. Ritratto fiammante in copertina, dodici pagine dedicate all’interno, foto chiaramente disseppellite dai cassetti di casa Monti: dev’essere questo che intendeva Signorini, quando prometteva una conversione alla sobrietà.
La prima cosa che tornano in mente sono le Grandi Imboscate del passato. Il modello insuperato resta l’agguato di Maurizio Costanzo a Mario Pedini, allora ministro della Pubblica istruzione. Laureato in Storia, Filosofia e Giurisprudenza, l’uomo politico democristiano soccombette alla lusinga in diretta: perchè non ci suona qualcosa al piano? Suonò Beethoven dinanzi ai teleutenti attoniti: ma tanto bastò perché gli studenti lo gratificassero per anni dell’inevitabile “Pedini, pianista, sei il primo della lista”. Secoli dopo, ha provveduto Massimo D’Alema, cucinando il risotto da Vespa, a trasformare la tragedia in farsa.
Nel caso della First-Sciüra, d’altra parte, il genere letterario non sembra il Trappolone: semmai, l’Ammicco Paraculo al Potente di Turno. Quando l’altra Elsa della vita del premier dichiara che Supermario ha gradito il dono delle cravatte da parte di Silvio – e grazie tante, prima gliele comprava lei negli aeroporti – siamo al livello del gossip da ringhiera, una roba tutta meneghina. I grandi, si sa, si conoscono tutti; e comunque questa povera Italia non è ancora, come declama Sabina Guzzanti sempre in trip resistenziale, un paese distrutto: distratto, semmai.
L’unica dichiarazione un po’ piccante, si fa per dire, è quella sulla ex première dame francese, Cecilia Sarkozy: da sempre un modello per tutte le donne-dominatrici del pianeta. Con un sospiro, la first-sciüra racconta che chiaramente intimidiva il marito, in tutte le riunioni all’Eliseo cui lei – Cecilià, mica Elsa – inesorabilmente partecipava. Come a insinuare che è proprio vero, dietro ogni grand’uomo sta una gran donna. O no?