Cronaca

Milano, corsie preferenziali ingorgate da “vip” 4000 pass per politici, banchieri, giornalisti

Mezza famiglia Berlusconi, deputati, senatori, il consiglio regionale al completo hanno libero accesso ai percorsi riservati a mezzi pubblici e d'emergenza. Compresi il napoletano Bocchino e l'imperiese Scajola. E tante altre "personalità", da Colaninno al cardinale Scola. Intesa San Paolo fa incetta di 75 permessi, in compagnia di centinaia di aziende pubbliche e private. Per la carta stampata svettano Belpietro, Sallusti e Fede

L’elenco inizia con Marina Berlusconi, poi seguono oltre quattromila nomi. Sono tutti quelli a cui, negli anni passati, il Comune di Milano ha concesso un pass per viaggiare in auto nelle corsie preferenziali, di norma destinate a mezzi pubblici, ambulanze, forze dell’ordine e simili. Ai quali si sono via via aggiunti politici, imprenditori, giornalisti, vertici di sindacati e associazioni di categoria. E centinaia di permessi rilasciati a banche, aziende pubbliche e private, associazioni di ogni genere. La platea dei beneficiati si è talmente allargata negli anni che è ormai difficile comprendere quale criterio separi le auto libere di sfrecciare tra le strisce gialle dai comuni mortali rassegnati all’ingorgo. Ora l’assessore al traffico della giunta Pisapia, Pierfrancesco Maran, promette di sfoltire quell’elenco del 60 per cento.

I “VIP”. Alla voce “Autorità dello Stato-Alte personalità” l’elenco, diffuso da Repubblica.it riporta oltre a Marina, suo zio Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier Silvio (quest’ultimo presente alla voce “deputati”). Ma anche Roberto Colaninno, Gabriele Galateri, Massimo Ponzellini, Umberto Veronesi, il giudice Guido Salvini e Maria Rosa Moratti, sorella di Massimo e Gianmarco. Nell’elenco figurano anche il vescovo di Milano Angelo Scola e il suo predecessore Dionigi Tettamanzi.

I POLITICI. L’elenco riporta i nomi di 60 deputati, 26 senatori e degli 80 consiglieri regionali lombardi, naturalmente di tutte i partiti, più nove parlamentari europei. Anche non milanesi, come il napoletano Italo Bocchino, la lecchese Maria Vittoria Brambilla, il novarese Roberto Cota, l’imperiese Claudio Scajola e tanti altri. Ma non è tutto, perché il diritto di giungere alla meta più rapidamente dei comuni cittadini è riconosciuto anche a 36 tra partiti e sindacati, con assegnazioni multiple. La Cgil ha 17 pass, contro i 3 della Cisl. Il Pdl ne ha 4, come il Pd, poca cosa contro gli 11 degli ex alleati leghisti (divisi tra Lega nord e Lega lombarda). Svettano i sei pass di Sinistra per Pisapia, i 4 dell’esiguo Partito repubblicano, i 3 del Movimento sociale-Fiamma Tricolore. Da segnalare il record del consigliere regionale Romano La Russa, fratello dell’ex ministro Ignazio, titolare di ben 5 pass.

BANCHE E AZIENDE. Essere banchieri ha i suoi privilegi. Così Intesa San Paolo fa incetta di 75 pass, segue Unicredit con 64, ma sono una settantina i nomi del firmamento del credito che hanno a disposizione uno o (spesso) più permessi di transito sulle corsie preferenziali. Le banche sono in compagnia di qualche centinaio di aziende private e municipalizzate. Ad personam il pass per Niccolò Querci, consigliere di Mediaset e strettissimo collaboratore di Silvio Berlusconi.

CAMERA DI COMMERCIO. Tra gli enti non politici, spicca la Camera di commercio: sono una trentina i nomi di dirigenti e funzionari beneficiati dal lasciapassare. Tra questi, diversi personaggi noti, come Bruno Ermolli, altro fedelissimo di Berlusconi, il presidente di Assimpredil Claudio De Albertis, alcuni politici lombardi era Prima repubblica come Massimo Ferlini e Antonio Intiglietta.

ENTI E ASSOCIAZIONI. Via libera tra le strisce gialle a una miriade di enti, associazioni, onlus, università, organizzazioni di categoria. E qui il panorama è quanto mai vario. Dalla Compagnia delle opere alla Caritas, da Mondo Gatto all’Arci Caccia, da Assomoda a Federlegno, dall’Ordine dei Cavalieri di Malta a Emergency.

GIORNALISTI. I giornalisti godono spesso di privilegi nella circolazione stradale, dovendo muoversi per documentare quello che succede in città. Ma tra i beneficiari di pass nominativi (cioè non intestati alla società editrice) per le corsie riservate compaiono nomi che assai raramente hanno l’esigenza di precipitarsi sulla scena di un fatto di cronaca. Per esempio il direttore di Libero Maurizio Belpietro, l’ex vicedirettore dell’Espresso Chiara Beria Di Argentine, l’ex conduttore Mediaset (ed ex assessore provinciale) Cesare Cadeo, l’ex (da poco) direttore del Tg4 Emilio Fede, l’attuale direttore di Tgcom24 Mario Giordano, il direttore di Panorama Giorgio Mulé, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, il suo vice Nicola Porro. Nell’elenco non figurano giornalisti del Fatto Quotidiano.

LA REPLICA DEL GIUDICE GUIDO SALVINI: “NESSUN PRIVILEGIO”

Leggo sul sito di Repubblica e del Fatto Quotidiano il mio nome tra coloro che,  politici, parenti di politici ed imprenditori, sarebbero titolari di un pass  per le corsie preferenziali in quanto appartenenti alla categoria dei Vip.

Le inesattezze spiacevoli su Internet sono destinate a durare e devo quindi fare una precisazione e nel contempo fornire qualche  informazione ai lettori.

Devo deludere l’autore dell’articolo poiché non sono titolare del pass in quanto “Vip”. Più semplicemente, e forse i lettori non lo sanno, ogni anno il Comune mette a disposizione dei magistrati blocchi di pass in bianco assegnati alle Presidenze degli uffici che li consegnano a tutti giudici.
A Milano tali pass sono oltre 300, certamente indicati nelle liste comunali non con nome e cognome di chi li usa ma genericamente come “Tribunale” o “Corte d’appello”.

Il mio nome è indicato per esteso solo perché, svolgo la funzione di coordinatore dei Gip di Cremona  ma risiedo, autorizzato dal CSM, a Milano. Anche nel mio caso la richiesta di un pass, singola perché sono solo, è pervenuta al Comune tramite il Presidente del mio Tribunale.
Nessun privilegio personale dunque. Se la stampa intende aprire un dibattito sui pass previsti per la magistratura, può farlo.

Ma chiarendo a chi legge che è uno strumento messo a disposizione di tutti i giudici, non a me solo che di certo non sono un “Vip”.

Il  Giudice
Guido Salvini