Il senatore deposita l'ennesima interrogazione parlamentare sulle modalità operative della magistratura parmigiana. Sotto accusa la gestione degli interrogatori, tra cui quello all'ex comandante dei vigili Jacobazzi. Ma il procuratore smentisce ogni accusa punto per punto
Berselli attacca Laguardia riferendosi a un’intervista rilasciata lo scorso febbraio dal magistrato al Corriere della sera in cui, tra le altre cose, si parlava anche dell’ex comandante della polizia municipale, Giovanni Maria Jacobazzi, finito in manette lo scorso giugno. “Il Procuratore – scrive Berselli – riferiva in maniera particolareggiata dell’interrogatorio reso dal dottor Jacobazzi e riportava testualmente al giornalista le domande e risposte di Jacobazzi”. Ma secondo il senatore Pdl Laguardia non sarebbe stato presente a questo interrogatorio, che sarebbe avvenuto a luglio del 2011, “essendo lo stesso interrogatorio stato condotto esclusivamente dal sostituto Dal Monte”.
Per questo Berselli chiede nella sua interrogazione al ministero di Giustizia se la Procura di Parma abbia adottato tutte le procedure necessarie a tutelare la riservatezza e segretezza degli atti giudiziari nell’inchiesta Green Money. A prova di ciò il senatore afferma che l’interrogatorio in questione “su ordine del sostituto Dal Monte veniva contestualmente secretato e messo a disposizione della difesa del predetto indagato solo in data 22 marzo 2012”. Ma secondo il senatore il verbale la sera stessa sarebbe comparso quasi integralmente su alcune testate della stampa locale (Repubblica Parma e sull’edizione del 23 marzo de Il Nuovo di Parma). Per questo Berselli chiede “se risulti al Governo che siano state adottate, all’interno della Procura della Repubblica di Parma, tutte le procedure a tutela della riservatezza e segretezza degli atti giudiziari, specie di quelli relativi a procedimenti ancora pendenti nella fase delle indagini preliminari”.
Berselli rincara la dose e chiede al Governo “se non ritenga opportuno, come già ripetutamente chiesto in occasione di precedenti interrogazioni, disporre con urgenza una indagine ispettiva sulla Procura della Repubblica di Parma, al fine anche di valutare l’opportunità di chiedere al Consiglio superiore della magistratura l’apertura di un procedimento disciplinare al riguardo”.
Non tarda ad arrivare la risposta del procuratore Laguardia, che dopo l’ennesimo attacco replica a Berselli e ad ogni accusa mossa nei suoi confronti. “Si rasenta il ridicolo – afferma Laguardia – quando si sostiene che il procuratore non possa sapere quello che fanno i suoi sostituti procuratori e gli atti siano segreti anche per lui”.
Quindi il procuratore smentisce ogni accusa: “È falso che io abbia mai detto al giornalista del Corriere di aver interrogato personalmente Jacobazzi – spiega – ne fa fede la registrazione del colloquio in possesso del giornalista”. Anche in riferimento all’interrogatorio, il procuratore chiarisce: “È falso che io abbia riferito in maniera particolareggiata dell’interrogatorio reso da Jacobazzi, tant’è vero che le parole esatte che risultano dal verbale sono: “sapevo che Forni non aveva la patente e gli suggerii di adoperarsi per riottenerla. Sono salito sulla sua auto in varie occasioni, a mio rischio e pericolo”, parole diverse da quelle riportate dal Corriere della Sera.
Quanto all’articolo su Parma Repubblica del 22 marzo, “è falso – continua il procuratore – che si tratti di dichiarazioni rese da Jacobazzi nell’interrogatorio. La fonte è diversa, tanto è vero che nel testo dell’articolo viene riportata una frase: “quando veniva controllato un esercizio che poi si scopriva essere un intoccabile, i vigili scherzando dicevano al capo “oggi ti facciamo trasferire””. Per cui è evidente che non si tratta di frasi attribuibili a Jacobazzi, il quale tra l’altro ha più volte rilasciato interviste a giornali e televisioni”. Infine, Laguardia chiarisce che l’interrogatorio comparso sulla stampa locale “era stato depositato e molte possono essere le fonti che ne hanno riferito al Nuovo di Parma”.
di Silvia Bia