L’inchiesta sul Civis di Bologna, il gigantesco tram su gomma che avrebbe dovuto attraversare le vie del capoluogo emiliano, vive un nuovo colpo di scena. Il Tribunale del riesame stamattina ha annullato il sequestro dei beni per 41,6 milioni di euro al Consorzio cooperative costruzioni, mentre ha confermato quello per 34,7 milioni di euro all’altra società finita nell’occhio del ciclone, la Irisbus di proprietà del gruppo Fiat. Annullato anche il sequestro per 800 mila euro a Paolo Vestrucci, l’ex componente del consiglio di amministrazione dell’azienda dei trasporti Atc, mentre è stato ridotto da 315 mila a 250 mila quello del suo ex collega nel cda, Claudio Comani.

Il 7 marzo scorso il giudice per le indagini preliminari Andrea Santucci aveva disposto il blocco di beni per un totale di 77 milioni di euro. Un importo ingente che, secondo la Procura, era quanto le aziende avrebbero guadagnato con la corruzione. Le motivazioni della decisione odierna, che mette in discussione solo in parte le decisioni dei magistrati inquirenti, dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Mentre lunedì ci sarà l’immediato dissequestro e la restituzione dei beni.

L’indagine della procura di Bologna, che tra i tanti indagati vede anche l’ex numero uno di Atc, Maurizio Agostini e soprattutto l’ex sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca, ha preso di mira una delle vicende più paradossali della storia di Bologna negli ultimi 10 anni. Il Civis doveva essere il mezzo di trasporto del futuro, pensato   inizialmente come un tram tradizionale che attraversasse la città da un capo all’altro. Poi, nell’era dell’unica giunta di centrodestra della città, aveva preso forma una specie di Frankestein dei tram, un ibrido. Con il volante al centro, una stazza superiore a quella di un normale snodato, il Civis grazie a una telecamerina montata in testa avrebbe permesso all’autista di leggere il giornale mentre il mezzo andava. Peccato però che anche un po’ di ghiaia o dell’acqua avrebbero potuto mandare in tilt la lettura del binario tratteggiato sull’asfalto.

Insomma, i 46 esemplari del Civis, che ancora dormono in un deposito bolognese, in strada non ci sono mai andati, anche perché è stato lo stesso Ministero dei trasporti, nel 2011, a bocciare il mezzo  fornito da Irisbus – che secondo l’accusa dei magistrati avrebbe vinto il confronto con altri contendenti solo per un accordo corruttivo tra politica, imprese e membri del cda di Atc.

Oggi oltre all’inchiesta, ai soldi buttati e ai mezzi fermi nel deposito, del tram su gomma restano le opere stradali, e una viabilità rivoluzionata in centro come in periferia per fare spazio al mega tram mai partito. A fare discutere soprattutto le banchine che sarebbero dovute servire per il Civis (e oggi vengono utilizzate dagli altri bus), strette, alte e difficili da raggiungere perché al centro di strade molto trafficate. Le opere stradali erano competenza del Ccc, che con Irisbus formò un’Ati (associazione temporanea di impresa).

La decisione di oggi del giudice, in qualche modo dicotomica, con Irisbus che si è vista confermare il sequestro al contrario del Ccc, prende di sorpresa lo stesso legale del Consorzio cooperative, Paolo Trombetti. “Sono soddisfatto. Immagino che il tribunale abbia ritenuto fondate le nostre osservazioni. Credo che la differenza tra noi e Irisbus è che mentre i tram sono stati ritenuti inidonei, i lavori stradali del Ccc sono stati utili e sono entrati nel patrimonio del Comune”.

Sorprende anche la scelta di annullamento del sequestro per l’ex Atc Vestrucci e di una semplice riduzione degli importi sequestrati per il suo collega Comani, visto che le accuse nei loro confronti erano sostanzialmente le stesse. Il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, preferisce non pronunciarsi: “Senza la motivazione non si può dire nulla. Quando ci sarà, la leggeremo e vedremo qual è l’impianto del Tribunale”.

Intanto la fase delle indagini preliminari sembra dirigersi verso gli atti finali: potrebbe essere questione di un paio di mesi. Nei prossimi giorni Ccc sarà sentita in procura su sua richiesta. “Ribadiremo le stesse circostanze già apprezzate positivamente dal Riesame oggi”, spiega Trombetti.

Per la procura di Bologna un’altra battuta d’arresto in pochi giorni sul caso Civis. Appena una settimana fa infatti lo stesso Gip Santucci aveva negato il sequestro dei beni per Guazzaloca smontando l’accusa dei magistrati inquirenti. Quel posto nel cda di un’azienda partecipata da Fiat (azionista anche di Irisbus) ottenuto da Guazzaloca dopo la fine del suo mandato di sindaco, sarebbe stato troppo poco remunerativo per considerarsi corruzione. Per il Guazza, una specie di mezza assoluzione.

di Nicola Lillo e David Marceddu

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