Novantaquattro embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale sono andati perduti a causa di un incidente all’impianto di azoto liquido che alimenta il servizio di criobiologia per la crioconservazione di materiale biologico nel centro di Procreazione medicalmente assistita dell’ospedale San Filippo Neri di Roma. L’incidente, come ha spiegato la direzione generale dell’ospedale, è avvenuto martedì scorso quando si è verificato “un innalzamento della temperatura con azzeramento del livello di azoto, lo svuotamento del serbatoio e la conseguente perdita” di embrioni, ovociti e campioni di liquido seminale. Le persone assistite dal centro sono state informate, ma nel frattempo il direttore generale del San Filippo Neri, Domenico Alessio, ha già presentato un esposto alla Procura di Roma, contestando quanto accaduto alla ditta responsabile della conduzione e manutenzione dell’impianto di crioconservazione”. A indagare sarà la Procura di Roma che per lunedì avrebbe già fissato un incontro per fare un punto della situazione per stabilire per quale reato procedere.
Un ”evento rarissimo” che ”per la prima volta viene riportato in Italia” lo definisce Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, organismo tecnico del ministero della Salute, con sede all’Istituto Superiore di Sanità e competente, secondo le direttive europee, anche per i centri di procreazione medicalmente assistita. Secondo Costa eventi di questo tipo “non sono riportati nella letteratura mondiale”. La cosiddetta “catena del freddo in questo caso si è interrotta – spiega – e dobbiamo capire perchè”.
Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha infatti chiesto un’immediata relazione al Centro Nazionale Trapianti, che ha disposto un’ispezione che è in programma per martedì prossimo. “Il ministro – si legge in una nota – ha chiesto anche un rapporto dettagliato al Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione”. Balduzzi ha anche parlato con la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. La Regione ha disposto l’invio degli ispettori che “avranno il compito di verificare con esattezza quanto accaduto e di accertare il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dai protocolli di crioconservazione che devono essere applicati in un Centro Pma”. Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale ha invece chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la commissione “di acquisire tutti i documenti necessari a chiarire quanto è accaduto, se siano state in particolare rispettate tutte le disposizioni sulla sicurezza e la gestione della crioconservazione” spiega lo stesso senatore.
Già la prima azione legale. All’ospedale si sono presentate anche alcune delle persone assistite dalla struttura. “Non potevamo avere figli – si sfoga un romano con i medici dell’istituto – perciò mia moglie aveva 12 ovociti conservati nel centro di Procreazione assistita a seguito di una serie di stimolazioni ormonali. Avvieremo un’azione legale per essere risarciti”. Sarebbero 40 le coppie danneggiate. Molte di loro hanno già manifestato l’intenzione di adire alle vie legali per essere risarcite.
Tribunale del malato: “Segnalazioni in aumento”. Secondo il segretario regionale del Tribunale per i diritti del malato del Lazio Giuseppe Scaramuzza nel 2011, rispetto all’anno precedente, “sono raddoppiate le segnalazioni sulla disattenzione per la manutenzione da parte del personale sanitario e non, all’interno delle aziende ospedaliere: si è passati dal 5,8% di questo tipo di segnalazioni al 12,9%. Praticamente il doppio”. “Quanto è accaduto alle famiglie – ha proseguito Scaramuzza – è un danno enorme. Su questo lunedì prossimo presenteremo una denuncia. Abbiamo comunque apprezzato che almeno una volta sia stata un’azienda stessa, in questo caso il San Filippo Neri, a denunciare questo fatto e si chiedano danni alla ditta responsabile di quanto accaduto. Ci costituiremo parte civile in un eventuale processo”. “Siamo a disposizione – ha concluso Scaramuzza – per dare assistenza alle famiglie. In Italia abbiamo tra le migliori leggi sulla sicurezza, ma questo non basta. Come al solito ciò che conta sono i comportamenti, c’è bisogno di investire nell’organizzazione e nei comportamenti per garantire più sicurezza”.
“Un lutto per tutto il Paese”. “Se si sono perse decine di vite, è un lutto per tutto il Paese” afferma il ginecologo Claudio Giorlandino, presidente della Sidip, Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale. “Per le coppie che avrebbero perso in questo incidente i propri embrioni, che probabilmente sarebbero diventati presto i loro bambini, per quelle donne e per quegli uomini che hanno deciso, per gravissimi motivi di salute, di crioconservare i propri ovuli e il proprio liquido seminale è un dolore grandissimo. Come un lutto”.