Cucina

Spaghetti per augurabile sovradosaggio

Risolto il dilemma se sia superiore lo spaghetto fine o suo fratello il grosso, e al di là delle personali preferenze, dandosi la regola di una volta il primo e una volta il secondo, potrete così tracciare rotte certe nell’affrontare questo sublime artefizio umano: l’augurabile spaghetto quotidiano.

Dunque, per un piatto di pasta fine, fate rosolare con un buon olio due cipollotte bianche affettate sottilmente, aggiungendo, nel momento che il color oro apparirà, le loro foglie verdi tagliuzzate in piccoli pezzettini non più grandi di un centimetro. Fatto ciò, aggiungete al garbato soffritto un piccolo spicchio d’aglio triturato, aspettando qualche secondo e facendo sì che anche lui senta il calore dell’olio e rilasci parte della sua potenza. Con pazienza, o con l’aiuto di un buon pescivendolo, cercate un piccolo sgombro dei nostri mari e, dopo averlo pulito dalle sue interiora, mettetelo a cuocere in una teglia nel forno ben caldo con rosmarino, pepe, sale, più qualche goccia di limone e un cucchiaino da caffè di aceto di vino rosso (nessuna preoccupazione per l’aceto che si combinerà per magica alchimia con i pescosi grassi, annullandosi vicendevolmente). Avrete così, credetemi, dopo pochi minuti, un pesce dalle carni raffinatissime. Superando la voglia di mangiarvelo subito bello unto, accompagnandolo con pezzetti di pane in memoria di altri tempi dove le scatolette di sgombro sott’olio erano, per intere generazioni, meglio del caviale, siate pazienti e sfilettatelo, frantumando le sue carni nel soffritto per poi stufarlo solo pochi secondi aggiungendo, dopo averle filtrate, tutte le untuosità della teglia dove lo avevate arrostito.

Insomma, unto che incontra unto per condire questi spaghettini a cui, se vorrete, potrete aggiungere peperoncino a volontà, sia fresco che/o macinato.

In ogni caso sarete obbligati, vuoi per il piccante, vuoi per il doppio unto, a ogni ben rigirata forchettata, a dissetarvi con acqua o vino bianco o rosso, con birra o, se giapponesi, con sakè tiepido o freddo. Insomma con quel che più vi piace.

Continua… nella prossima puntata:

“Lo spaghetto grosso e i suoi misteri”.