La giovane promessa del Blog di fumetti all’italiana
Lanciato nel mese di novembre, il blog del disegnatore di fumetti italiano Zerocalcare ha avuto un enorme successo, di cui l’autore non sa spiegarsi il perchè. Il suo segreto? Una formula collaudata in Francia, un umorismo graffiante e la complicità di un armadillo immaginario.
Testata: myeurop.info
Data di pubblicazione: 27.02.2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per italiadallestero.info
Articolo originale di: Francesca Spinelli
Ogni lunedì, da circa tre mesi, migliaia di italiani attendono con ansia la loro dose settimanale di risate da condividere immediatamente su Facebook. Il loro fornitore si chiama Zerocalcare. Un nome strano per un disegnatore che si è sempre occupato di punk e zombie più che di lavatrici… Così si descrive:
Risale a quando avevo diciotto anni. C’era un forum che, per limitare i “flames” [i messaggi ostili e provocatori], costringeva le persone a scegliere uno pseudonimo. Ho scelto la prima cosa che ho sentito, cioè il nome di un prodotto spesso pubblicizzato in TV. Poi il nome mi è rimasto. Ma sto pensando a una risposta più intelligente, perché mi fanno sempre questa domanda …
Zerocalcare, un “genio”
Non sa spiegarsi il perchè, e tuttavia Zerocalcare è diventato una stella del blog dei fumetti, un genere fiorente in Francia, ma quasi sconosciuto in Italia. Inoltre non è una coincidenza se l’articolo che gli ha dedicato Wikipedia esiste solo nella lingua di Molière. In Francia il settore ha già le sue celebrità (Trondheim, Boulet, Pénélope Bagieu e molti altri), il suo festival dei fumetti (FestiBlog) e il suo premio speciale (Révelation Blog, assegnato a Angoulême).
In Italia, il pioniere del genere si chiama Makkox, dal suo vero nome Marco Dambrosio: questo disegnatore satirico nato nel 1965 è diventato il campione dell’autoproduzione che, assieme ad internet, permette ai disegnatori di diventare indipendenti dai tradizionali editori italiani, ancora diffidenti nei confronti del fumetto.
Ma Makkox considera Zerocalcare un “genio”, tanto che lo ripete in continuazione nella prefazione al primo album del suo giovane protetto “La profezia dell’armadillo” – album di cui ha appoggiato l’autoproduzione e le cui prime due edizioni sono andate esaurite, letteralmente divorate dal successo.
Un armadillo asociale e pigro
E’ sempre Makkox che ha spinto Zerocalcare a creare un blog fumetto e a pubblicarvi una storia ogni lunedì. Settimana dopo settimana, si seguono vicissitudini del giovane illustratore depresso e ipocondriaco e del suo alter ego, rappresentato da un armadillo asociale e pigro.
Per il momento è l’episodio su Trenitalia (le ferrovie italiane da incubo) che ha ottenuto il maggior successo, seguito da Pedagogia, la storia di una lezione privata di francese durante la quale Zerocalcare scopre con orrore che il suo allievo non ha mai sentito parlare del film “La Haine” di Mathieu Kassovitz.
Ispirazione francese
Se forse non è (ancora?) un genio, Zerocalcare in ogni caso ha il talento di mescolare con precisione umorismo e emozioni, elementi autobiografici e onirici, ironia e autoironia e riferimenti alla cultura pop e geek. E non nasconde il suo debito nei confronti di alcuni autori di fumetti francesi, in particolare Boulet e Manu Larcenet:
Amo il loro modo di raccontare delle storie quotidiane apparentemente banali, ma che riescono a farci ridere e piangere. E’ leggendo questi due autori che mi è venuta l’idea di raccontare delle storie autobiografiche. Prima disegnavo solo zombie e robot.
Altro colpo di fulmine: Bastien Vivès, “sempre eccellente, e che ha recentemente pubblicato un libro pazzesco, ‘Video gioco’.” Francofilo, Zerocalcare comunque apprezza anche disegnatori italiani come Gipi, “l’unico che sa raccontare il quotidiano come alcuni autori francesi”, Alessandro Barbucci e Barbara Canepa, “per quanto riguarda il tratto grafico”. Stranamente, anche questi tre autori sono molto popolari in Francia…
Il prezzo della fama
Il successo non arriva senza responsabilità e Zerocalcare ne ha fatto l’amara esperienza lunedì 30 gennaio, quando ha avuto la spudoratezza di non pubblicare la sua storia, con il pretesto che era appena tornato da Angoulême, dove non aveva avuto il tempo per disegnare: la pioggia di insulti che ha colpito il suo blog, probabilmente gli è servita di lezione.
“Il festival d’Angoulême è un evento meraviglioso,” assicura, ora che la crisi con il suo fan club è finita.
Per la qualità dei fumetti, ma anche per persone che si conoscono. E poi c’è questa piacevole sensazione di ritrovare ogni anno una comunità, di vivere per quattro giorni, sospesi nel tempo e nello spazio, in questo piccolo paese dove si concentrano i più grandi amanti, scrittori e editori del fumetto europeo … “Per un illustratore italiano, è davvero incredibile”.