La corte di appello di Kochi ribalta la sentenza di primo grado: la nave deve rimanere in India. Domani il capitano della Enrica Lexie potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati. Emergono dubbi dalle perizie balistiche, all'appello mancherebbe un'arma
Oggi, intanto i due militari sono stati interrogati nel carcere di Trivandrum, dove rimarranno per almeno altre due settimane; ha presenziato all’interrogatorio il sovrintendente del dipartimento penitenziario ma non un rappresentante del governo italiano, come chiesto dalla difesa. Per ora non si sa cosa i due marò abbiano detto agli inquirenti né quali punti della questione siano stati approfonditi.
L’interrogatorio dei due militari italiani è stato considerato necessario dopo l’esame balistico effettuato sulle loro armi.
Dalle notizie diffuse oggi dal Times of India la squadra investigativa “sospetta che una delle armi utilizzate dai militari debba ancora essere sequestrata”, il quotidiano aggiunge che “le prove realizzate possono aver mostrato l’inconciliabilità fra le armi a disposizione dei militari italiani ed i segni sui proiettili e le incamiciature”.
Domani il Tribunale si pronuncerà anche sulla petizione presentata dalla famiglia di uno dei pescatori uccisi che chiede di includere il comandante della nave Enrica Lexie tra gli accusati.