Non si sa ancora se le piogge previste ad intermittenza per i prossimi quattro giorni porteranno sollievo alle terre oramai rinsecchite della pianura padana. Ma un dato è già inequivocabile: il fiume Po è ai minimi storici. L’allarme giunge da Coldiretti Emilia Romagna ed è confermato dai dati riportati sul sito web di Arpa Emilia Romagna.
Le precipitazioni cumulate nelle otto macroaree che Arpa divide in quattro di pianura e quattro di montagna, sono da bollino rosso “sotto la media”, cioè il gradino più basso della scala di misurazione. Identico discorso da bollino rosso è per tutte e cinque le località di rilevamento della portata del fiume Po (Piacenza, Cremona, Mantova, Boretto (Re), Pontelagoscuro (Fe) ): “sotto la media”. Non sembrano essere servite a nulla allora le abbondanti precipitazioni nevose di febbraio per invertire una tendenza di siccità per i fiumi della nostra regione che si era già confermato con preoccupazione ad inizio 2012. La neve, caduta in gran quantità, non avrebbe permesso al terreno di assorbire in modo permeabile l’acqua che le precipitazioni nevose hanno portato con sé.
Ora però l’allarme suona ancor più sinistro, perché a parte le perturbazioni dei prossimi giorni, le previsioni danno un aprile e un maggio fin troppo aridi di pioggia. Dalle elaborazioni dei dati Cer, intanto risulta che il Po ha toccato i 3,86 metri sul livello del mare, il dato più basso in assoluto in questa stagione (il minimo precedente era di 3,91 metri, il 2 aprile 2008), pari ad una secca che in precedenza è stata raggiunta solo in estate.
“La portata del Po – comunica Coldiretti – è di 605 metri cubi al secondo, pari al 37% del valore medio di questa stagione. La carenza d’acqua, che ha abbassato pericolosamente l’umidità nei terreni – spiega il presidente regionale di Coldiretti Mauro Tonello – si sta facendo drammatica e può portare al dimezzamento dei raccolti e al razionamento dell’acqua in estate per tutte le attività, agricole e no, se non piove al più presto, per più giorni, in modo costante e leggero”.
“Eventuali acquazzoni infatti non apporterebbero benefici perché – chiarisce – i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento invece di rimpinguare le falde. Ad aggravare la situazione, infine, c’è il basso livello della diga di Ridracoli in Romagna che si attesta sui 18,7 milioni di metri cubi, almeno due terzi al di sotto della media primaverile”.
L’allarme siccità è stato infatti raccolto dalla Provincia di Rimini riguardo le condizioni giudicate “preoccupanti” dei bacini idrici di Ridracoli e delle falde dei fiumi Marecchia e Conca. “Sembra infatti profilarsi all’orizzonte un nuovo deficit idrico” scrive l’ente, ricordando che le ultime rilevazioni (marzo 2012) effettuate indicano come la situazione idrica del bacino di Ridracoli registri 540 metri sul livello del mare, pari a 17 metri sotto il livello massimo, con il volume dell’invaso al 55% (18 milioni di metri cubi contro un massimo di 33 milioni di metri cubi). Per avere dati così negativi, in marzo, bisogna risalire al 2002 con un effetto eccezionalmente siccitoso durante l’estate 2003. In aggiunta non sono previste nelle prossime settimane piogge tali da intervenire in maniera sensibile sui livelli misurati. Insomma, “nonostante il leggero aumento dovuto alle nevicate invernali – spiega la Provincia – si è ancora lontani dal raggiungere livelli di riempimento che permettano di affrontare con minor preoccupazione i mesi più caldi dell’anno”.
Allarme che è già diventato stato di emergenza nella vicina Toscana. Lo ha decretato oggi il presidente Enrico Rossi sulla base delle valutazioni dei tecnici che nelle settimane scorse hanno monitorato puntualmente la situazione idrologica della Toscana, sia per quanto riguarda i consumi domestici sia per quanto riguarda le esigenze dell’agricoltura e del sistema produttivo.
Tanto che entro quindici giorni la Toscana metterà a punto un apposito piano seguito da una campagna di comunicazione contro gli sprechi: “E’ la terza emergenza per siccità che si verifica negli ultimi 10 anni – ha sottolineato il governatore Rossi – e siamo davanti a un mutamento climatico con cui fare i conti. Nelle prossime settimane chiederemo ai sindaci di formulare delle ordinanze per un uso corretto della risorsa idrica evitando sprechi coma ad esempio per lavare le auto”.
Un appello che Coldiretti Emilia Romagna raccoglie e rilancia: “Per far fronte ad una carenza d’acqua che sembra sempre più strutturale servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico”.