Lo scandalo non era ancora deflagrato sui giornali e l'ex segretario si rivolgeva ai magistrati per caldeggiare “una transazione” con l’ex tesoriere e avallava “il rilascio di una fideiussione bancaria ammontante a 5 milioni” per procedere alla restituzione parziale della somma contestata
Una lettera di Francesco Rutelli ai pm Caperna e Pesci rischia di diventare il vero pomo della discordia tra Luigi Lusi e l’ex partito. La missiva risale al 2 febbraio scorso, due mesi fa, subito dopo la scoperta che il “garante” della Margherita, nonché socio fondatore e fraterno amico del Presidente, si era appropriato di 12 milioni di euro e, convocato in procura, aveva ammesso il “maltolto”.
Lo scandalo non era ancora deflagrato sui giornali e Rutelli si rivolgeva ai pm per caldeggiare “una transazione” con l’ex tesoriere, più volte sollecitata dallo stesso tramite l’avvocato Luca Petrucci e avallava “il rilascio di una fideiussione bancaria ammontante a 5 milioni” in modo da consentire a Lusi di procedere alla restituzione parziale della somma contestata. Il presidente della Margherita, rivolgendosi ai magistrati che indagavano sulla vicenda, si diceva convinto che non fosse utile “opporsi pregiudizialmente all’immediato recupero di una parte significativa dell’appropriazione indebita, fermo restando che proporremo all’Assemblea federale di recuperare l’intera somma sottratta in sede di procedimento civile”.
In conclusione invitava i pm ad astenersi dal sequestro dei beni “affinché lo stesso possa conseguire la fidejussione bancaria e in tempi relativamente brevi ottemperare agli impegni assunti con la effettiva, immediata messa a disposizione delle risorse”. Patteggiamento, questa la parola magica poi rinnegata, dissolta, resa impraticabile dal dilagare dello scandalo, dalle liti interne, dalle inchieste sui giornali, dall’indignazione collettiva per i finanziamenti pubblici da centinaia di milioni elargiti anche a partiti politicamente defunti. Ma anche dallo sviluppo delle indagini della Gdf che hanno portato allo scoperto un ulteriore ammanco di otto milioni, facendo levitare la somma a 21,5 milioni. Predati da Lusi, secondo Rutelli. Amministrati nell’ambito di un “rapporto fiduciario”, alla “luce del sole”, con il consenso di “chi sapeva”, secondo Lusi. Se davvero erano soldi rubati, perché mai i Dl avrebbero dovuto accontentarsi soltanto di 5 milioni, lasciandogli case, ville e conti milionari? Inoltre va ricordato che dai 12 milioni vanno sottratti i 5 versati di tasse. Ma anche del patteggiamento fallito Rutelli dovrà dare qualche spiegazione ai pm.