Insieme al lavoro (gratuito) svolto dal direttore Paolo Fabbri, a sistemare la situazione economica era stato chiamato l'ex direttore generale della Rai Pier Luigi Celli che in questi giorni ha assunto la presidenza dell'Enit e lascerà l'incarico. A questo punto - nonostante le continue proposte di lavoro dall'estero - mantenerla in vita è sempre più difficile
A parte la cronica questione dei diritti in mano agli eredi, è persino dal punto di vista dell’organizzazione generale che la situazione sta precipitando. Alla manciata di dipendenti ancora in forza all’ente è stata rinnovata la cassa integrazione, mancano sia il direttore (al semiologo Paolo Fabbri, tuttora attivo, non è mai stato rinnovato il contratto) sia un qualsiasi rappresentante. Il Comune di Rimini in base agli accordi con gli altri soci (Provincia e Fondazione Carim) ha tutto il patrimonio in mano, ma non si muove. Con lo stallo attuale, Fabbri ha fatto sapere di aver già perso importanti contributi pubblici, fino a 125 mila euro. Una beffa.
Ma come si è precipitati di nuovo? Più che altro, non si è mai partiti. Dall’autunno del 2011 gli uffici del Comune e della Provincia si sono presi a carico la redazione di uno statuto che tenesse conto delle nuove e diverse condizioni che i tempi ed il Governo Monti hanno imposto, quella della attribuzione del patrimonio della ex associazione allo stesso Comune e quella della progressiva marginalizzazione dalla nuova compagine fondativa della Provincia, a sua volta declassata dal decreto Salvaitalia. Ebbene, persino lo statuto resta in alto mare. Ha lanciato l’allarme anche il vice presidente della Provincia, Carlo Bulletti: “Proprio l’interruzione, anche temporanea, delle iniziative e dei progetti – ha avvisato Bulletti – potrebbe causare un danno permanente alla futura Fondazione nelle more di uno start up reso ancor più delicato dalla scelta di Pier Luigi Celli, che va sempre e incondizionatamente ringraziato insieme a Paolo Fabbri per la disponibilità e la passione investita a servizio del progetto ‘Fellini’ nonché per i risultati ottenuti durante la loro gestione”. Un Fabbri che ci aveva provato anche qualche mese fa, impiegando gli ultimi fondi del ministero e della Camera di Commercio di Rimini soprattutto per il Premio Fellini, per rifare il sito web e per impostare le politiche generali di comunicazione.
Il punto è che il riscontro internazionale per la ex associazione ci sarebbe ancora tutto. Basta citare le ultime proposte arrivate a Rimini: il concorso di disegno per il film dedicato al Fellini “Lui Danza”; un documentario per il ventennale della morte del regista; l’idea de ‘Il Sole 24 ore’ per una panoramica sulla sua opera non solo cinematografica; iniziative editoriali di e-book per opere in omaggio; un cortometraggio nell’ambito del Festival delle Lettere di Milano con selezione di quattro-cinque registi per il London Short Film Festival; il Saggiatore che lancerebbe una versione italiana del saggio sul cinema di Fellini scritto da Jean Paul Manganaro; l’edizione di un saggio su Fellini per la Palgrave/Macmillan e la British Film Institute di Londra; il restauro di “8½”, l’Oscar del 1964; la richiesta di esibizione dei disegni di Fellini al Museum of the National Universitary Institute of the Arts (Iuna).
A tutti viene data la stessa riposta: ci spiace, per ora non se ne fa nulla.