Non sono un pacifista. L‘ambientalismo ha un’essenza rivoluzionaria e quasi sempre le rivoluzioni sono state violente.

Detto questo, quando mi hanno proposto di aderire al digiuno di Ascoltateli!, ho accettato immediatamente. Mi era subito sembrata una buona idea rispondere con la tipica forma di non-violenza alla violenza perpetrata dallo Stato sull’ambiente e sulla gente della mia valle.

Così eccomi qui lunedì pomeriggio che, guardando uno storno passeggiare nell’erba, risalgo la strada dei Giardini Reali per recarmi alla tenda issata in Piazza Castello, in pieno centro di Torino, dove dormirò questa notte e mi fermerò fino a domani sera. Se qualcuno solo un mese fa mi avesse detto che avrei dormito in Piazza Castello gli avrei risposto “ehi, non sono ricco, ma non sono neanche ancora un barbone…”.

Alla tenda, Claudio Serra. Ci abbracciamo ricordando la tremenda giornata del 27 giugno scorso. Ma solo lui conosco. Gli altri digiunanti non so chi siano, ma subito familiarizziamo. Qui sì che ha un senso darsi del  tu, questo “tu” abusato anche dai politici. Ognuno faccia il suo mestiere: datemi del “lei”, prego.

Siamo al diciottesimo giorno di digiuno e stanotte si raggiunge l’apice dei digiunanti. Nella tenda otto brande, ma i digiunanti sono almeno dodici. A malincuore si allontanano quelli in eccesso. Digiuneranno a casa. Edoardo Acotto mi avverte che sì, ci sono i digiunanti, ma ci sono anche i veglianti: quelle persone che trascorrono la notte fuori dalla tenda a presidiare. Complimenti, ragazzi, sarà lunga…Ma non sembrano essere preoccupati.

La sera trascorre chiacchierando: sembra che ci conosciamo da sempre. Poi in tenda, ci tuffiamo dentro ai sacchi a pelo, ché la temperatura si è abbassata parecchio da ieri. La notte trascorre col sottofondo delle fontane, e vari rumori e chiacchiericci. Quando l’edicolante alza le saracinesche è indice che è quasi mattina.

Alle otto siamo tutti fuori. Claudio è l’unico che non ha dormito granché: la sua branda ha ceduto nel mezzo. Alle 10 conferenza stampa davanti alla tenda sulla distruzione del sito archeologico della Maddalena. Ci sono un bel po’ di giornalisti. L’impressione è che adesso la lotta No Tav “buchi” di più. Poi volantinaggio fra i passanti che si fermano incuriositi da questi digiunanti che “hanno fame di democrazia”. Tante scolaresche e tanti turisti di ogni nazionalità. Già, Torino oggi punta sul turismo. E penso sorridendo che si punta sul turismo se non si hanno più le fabbriche. Fra qualche anno, magari non ci sarà nemmeno più la Fiat Chissà, a Mirafiori faranno alloggi, multisale e ipermercati?

Alle 20 il digiuno finisce: ci salutiamo dicendoci che ci rivedremo. Passa mio figlio Jacopo per andarci a mangiare una pizza. Andandomene mi volto verso la tenda. Tornerò. Il digiuno è stato deciso che andrà avanti ad oltranza. Troverà lungo il partito degli affari. “A sarà dura”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Il piccolo Tav friuliano

next
Articolo Successivo

Il popolo delle formiche

next