Umberto Bossi non sa ancora se se si ricandiderà a segretario della Lega Nord. Il leader del Carroccio, dimissionario da ieri dopo essere stato travolto dallo scandalo partito dall’inchiesta Belsito e nominato da ieri presidente del partito, ne ha parlato oggi con alcuni giornalisti: “Non abbiamo ancora deciso quando faremo il congresso – ha risposto a chi gli chiedeva se si ripresenterà come candidato al congresso federale – allora te lo dirò”.
Però è già tornato il Bossi di sempre: la colpa è di Roma “farabutta” e dei magistrati “che ci manda”, ma ammette che la Lega è anche sotto “l’occhio” dei militanti. “La Lega è pericolosa, perché è sotto l’occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati – sostiene – ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente”.
“Nega ogni addebito” Rosi Mauro che in una nota scrive: “Non sono solita commentare le notizie di stampa che spesso riguardano la mia persona. Ma mi trovo costretta a ribattere alle ‘porcherie’ che i giornali si stanno inventando, per salvaguardare il bene più prezioso, il Sindacato, che ho creato con enormi sacrifici”. La senatrice del Carroccio sostiene che “i nostri detrattori vogliono affossare il Sindacato ma non glielo permetterò” e “proprio per questa ragione da oggi in poi non starò più a guardare in silenzio, ma risponderò personalmente agli attacchi e alle accuse prive di ogni fondamento che ormai quotidianamente mi vengono fatte, ciò anche avanti le autorità competenti, contro tutti coloro, anche individualmente, che mi stanno infamando, tutto quanto come per legge”.
Nel pomeriggio è terminato anche il vertice in via Bellerio tra Bossi, Maroni, Giorgetti e Calderoli. L’ex ministro dell’Interno ha dichiarato che’riprende l’iniziativa politica della Lega, a partire già dalla prossima settimana”. E prosegue: ”Abbiamo fatto il punto della situazione”. Dopo Pasqua, spiega, “ci sarà in primo luogo la riunione del comitato amministrativo della Lega. E poi ci metteremo al lavoro sulle iniziative politiche del Movimento per garantire la trasparenza finanziaria dei partiti”.
“Maroni? Non è un Giuda”. Il leader della Lega, per 23 anni a capo del partito, si trova ora a Milano dove nel pomeriggio incontrerà Roberto Maroni: “Me l’ha chiesto lui per discutere cosa dobbiamo fare”. Nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Bossi ha parole di comprensione: “Maroni non è Giuda e ha solo fatto una specie di corrente, i barbari sognanti, che non penso sia con me ma neppure contro di me”. Bisogna fare “le cose giuste”, continua, per rispondere alla base leghista: “Nella Lega bisogna essere cauti con la militanza, perchè è gente che ci crede”. “Io non sono più il segretario, ma resto un sostenitore”. “Ho anche più tempo libero” ha scherzato. Poi un consiglio al nuovo tesoriere della Lega, Stefano Stefani: “Deve rintracciare tutta una faccenda molto scura, anche l’avvento di questi che poi si scoprono legati alla mafia“. Si tratta, ha proseguito, “degli stessi che lavorano per imprese di Stato che producono armi” per le quali servono certificati antimafia.
“Mi sa tanto di organizzato”. Infatti Bossi la vicenda giudiziaria che si è abbattuta sulla Lega Nord è “una cosa molto ambigua, è stata preparata tutta”. “A mio parere mi sa tanto di organizzato” insiste. Organizzato da chi? “Noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, anche dell’Italia, del centralismo italiano, uno Stato che non riuscirà mai a essere democratico”. “E quindi – ha aggiunto – il nord deve prendere in seria considerazione di mandarli tutti a quel paese”. “Non è un caso” che lo scandalo sia scoppiato proprio ora, dopo la rottura dell’alleanza tra Pdl e Lega: secondo lui c’è chi teme che la Lega “sequestri tutti i voti del nord” ed era necessario “agire prima”.
“Renzo si è pagato da solo l’auto”. Bossi cerca anche gli strumenti per difendere nel merito in particolare suo figlio Renzo, che la segretaria amministrativa Nadia Dagrada indica come il destinatario di cifre di denaro delle casse della Lega per comprare un’auto o per ristrutturare un balcone della villa di Gemonio. Bossi ha detto che con il figlio ha parlato: “Mi ha portato le prove che l’automobile è sua e l’ha pagata lui, di questo sono certo perché l’ho visto coi miei occhi”. Quanto alla residenza di Gemonio, il senatore ha replicato che “Quello della casa è falso”. Bossi ha ricordato i lavori spiegando che “hanno sbagliato a rifare un balcone che perdeva acqua e abbiamo chiamato uno della Lega bergamasca che poi non ha mandato la fattura”. Comunque sulla vicenda nel suo complesso Bossi ha ammesso che “ci sono molti lati oscuri”.
Alemanno: “Basta con l’indipendenza della Padania”. Altro fronte lo apre il sindaco di Roma Gianni Alemanno, sempre più polemico in queste settimane con il partito della Lega: “Non mi interessano le vicende interne della Lega – dice – ma mi interessa che scompaia la dicitura ‘Lega nord per l’indipendenza della Padania’. Mi auguro che la nuova dirigenza della Lega affronti questo tema che è fondamentale per garantire che è dentro l’unità nazionale”.