Umberto Bossi creò la Lega Nord approfittando della “crisi delle ideologie” e dell’abdicazione della sinistra a svolgere il proprio storico ruolo di rappresentanza dei ceti popolari, candidandosi a dare voce a settori di piccola imprenditoria, ma anche di lavoratori dipendenti, alle prese con la dissennata burocrazia del governo centrale e con un sistema fiscale fondamentalmente iniquo.
Colpisce il parallelismo cronologico fra la crescita della Lega Nord, insieme ad altre analoghe destre razziste e localiste europee, e i disastri compiuti nell’Est europeo e nel Terzo Mondo dal revival dell’etnocentrismo, partito all’assalto delle strutture statali fragilizzate dalla globalizzazione neoliberista. Ricordiamo che proprio in questi giorni si celebra l’inizio della guerra in Bosnia, punto culminante della tragedia jugoslava, e inizio di una storia di crimini e di divisione. Del resto non mancò qualche intellettuale che all’epoca vaticinò per l’Italia un destino analogo a quello della Jugoslavia. Un pericolo che almeno per il momento abbiamo scongiurato.
Puntando sul risentimento del Nord, sulla storica spaccatura del nostro Paese fra Nord e Sud, su di un feroce razzismo anti-immigrati, sulla stanchezza della gente di fronte alla corruzione e all’incapacità dei partiti, nonché sull’invenzione di una mitologia “nazionale”, l’Umberto creò dal nulla un partito che oggi si dimostra corrotto al pari e per certi aspetti anche più degli altri e ha provocato molti danni sul piano culturale e su quello materiale al popolo italiano.
C’è un futuro per la Lega Nord? L'”onesto Maroni”, che si avvia a raccogliere l’eredità del boss, ha anche lui i suoi scheletri nell’armadio. Soprattutto, anche se non solo, in termini di violazione dei diritti umani, con il crudele respingimento dei richiedenti in asilo in Libia, condannato anche di recente dalla Corte europea dei diritti umani.
Ma soprattutto, la capacità di questo partito di continuare a svolgere un ruolo o meno dipenderà dall’esistenza o meno di una vera opposizione al governo Monti e alle sue politiche antipopolari. Infatti, solo l’esistenza di tale opposizione impedirà alla Lega Nord di accreditarsi, alquanto abusivamente, come opposizione a tale governo. Puntando sul rilancio del municipalismo e del rifiuto, a partire dai territori, di scelte dissennate come il TAV, nonché su di un sistema fiscale finalmente equo e la liquidazione del potere delle cricche partitiche e/o imprenditoriali si toglierà ogni spazio residuo a un’ideologia profondamente negativa come quella leghista.
Da questo punto di vista è il caso di osservare come una proposta seria in materia di finanziamento dei partiti, che consiste nella sua abolizione tout-court, è quella formulata dall’Italia dei Valori, che sta anche contrastando le scelte di Monti e del composito schieramento che lo sostiene.
La posizione critica del sistema partitocratico e della connessa dittatura della finanza rappresenta nel concreto l’unica difesa dai veleni del separatismo e del secessionismo che sono l’altra faccia del predominio incontrastato dei “mercati”.
Occorre creare un fronte unito di opposizione e per la rinascita dell’Italia, tenendo in considerazione la necessità di profondi cambiamenti anche sul piano istituzionale che consentano di mettere finalmente in pratica, a quasi sessantacinque anni dalla sua approvazione, i principi della Carta costituzionale, sbeffeggiati da Berlusconi e affossati nella pratica da Monti che si appresta a liquidare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e a dare nuovo impulso alla lotta di classe dei ricchi contro i poveri, anticamera della catastrofe economica, sociale, politica e ambientale del nostro Paese.
Non quindi le finte riforme del trio Alfano-Bersani-Casini che fanno fronte comune al fine di garantire la propria sopravvivenza in un momento nel quale è al minimo la fiducia dei cittadini nei loro confronti, ma riforme vere, basate sulla valorizzazione dei beni comuni e della partecipazione democratica anche e soprattutto attraverso forme diverse dai partiti, che tuttavia sappiano entrare in rapporto costruttivo con il settore più dinamico del sistema politico.
Lotta alla corruzione, affermazione in concreto del principio dell’unità e della coesione nazionale, lotta senza quartiere al razzismo in tutte le sue forme, affermazione della democrazia dei territori, costituiscono le migliori garanzie che, dopo la triste parabola di Umberto Bossi non ci sia più alcuno spazio in futuro per formazioni del tipo di quella che egli costituì poco più di venti anni fa, di cui è oramai dimostrata non solo la nocività ma anche la profonda omogeneità alla partitocrazia nelle sue forme più deteriori.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Politica - 6 Aprile 2012
Mai più Lega Nord!
Umberto Bossi creò la Lega Nord approfittando della “crisi delle ideologie” e dell’abdicazione della sinistra a svolgere il proprio storico ruolo di rappresentanza dei ceti popolari, candidandosi a dare voce a settori di piccola imprenditoria, ma anche di lavoratori dipendenti, alle prese con la dissennata burocrazia del governo centrale e con un sistema fiscale fondamentalmente iniquo.
Colpisce il parallelismo cronologico fra la crescita della Lega Nord, insieme ad altre analoghe destre razziste e localiste europee, e i disastri compiuti nell’Est europeo e nel Terzo Mondo dal revival dell’etnocentrismo, partito all’assalto delle strutture statali fragilizzate dalla globalizzazione neoliberista. Ricordiamo che proprio in questi giorni si celebra l’inizio della guerra in Bosnia, punto culminante della tragedia jugoslava, e inizio di una storia di crimini e di divisione. Del resto non mancò qualche intellettuale che all’epoca vaticinò per l’Italia un destino analogo a quello della Jugoslavia. Un pericolo che almeno per il momento abbiamo scongiurato.
Puntando sul risentimento del Nord, sulla storica spaccatura del nostro Paese fra Nord e Sud, su di un feroce razzismo anti-immigrati, sulla stanchezza della gente di fronte alla corruzione e all’incapacità dei partiti, nonché sull’invenzione di una mitologia “nazionale”, l’Umberto creò dal nulla un partito che oggi si dimostra corrotto al pari e per certi aspetti anche più degli altri e ha provocato molti danni sul piano culturale e su quello materiale al popolo italiano.
C’è un futuro per la Lega Nord? L'”onesto Maroni”, che si avvia a raccogliere l’eredità del boss, ha anche lui i suoi scheletri nell’armadio. Soprattutto, anche se non solo, in termini di violazione dei diritti umani, con il crudele respingimento dei richiedenti in asilo in Libia, condannato anche di recente dalla Corte europea dei diritti umani.
Ma soprattutto, la capacità di questo partito di continuare a svolgere un ruolo o meno dipenderà dall’esistenza o meno di una vera opposizione al governo Monti e alle sue politiche antipopolari. Infatti, solo l’esistenza di tale opposizione impedirà alla Lega Nord di accreditarsi, alquanto abusivamente, come opposizione a tale governo. Puntando sul rilancio del municipalismo e del rifiuto, a partire dai territori, di scelte dissennate come il TAV, nonché su di un sistema fiscale finalmente equo e la liquidazione del potere delle cricche partitiche e/o imprenditoriali si toglierà ogni spazio residuo a un’ideologia profondamente negativa come quella leghista.
Da questo punto di vista è il caso di osservare come una proposta seria in materia di finanziamento dei partiti, che consiste nella sua abolizione tout-court, è quella formulata dall’Italia dei Valori, che sta anche contrastando le scelte di Monti e del composito schieramento che lo sostiene.
La posizione critica del sistema partitocratico e della connessa dittatura della finanza rappresenta nel concreto l’unica difesa dai veleni del separatismo e del secessionismo che sono l’altra faccia del predominio incontrastato dei “mercati”.
Occorre creare un fronte unito di opposizione e per la rinascita dell’Italia, tenendo in considerazione la necessità di profondi cambiamenti anche sul piano istituzionale che consentano di mettere finalmente in pratica, a quasi sessantacinque anni dalla sua approvazione, i principi della Carta costituzionale, sbeffeggiati da Berlusconi e affossati nella pratica da Monti che si appresta a liquidare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e a dare nuovo impulso alla lotta di classe dei ricchi contro i poveri, anticamera della catastrofe economica, sociale, politica e ambientale del nostro Paese.
Non quindi le finte riforme del trio Alfano-Bersani-Casini che fanno fronte comune al fine di garantire la propria sopravvivenza in un momento nel quale è al minimo la fiducia dei cittadini nei loro confronti, ma riforme vere, basate sulla valorizzazione dei beni comuni e della partecipazione democratica anche e soprattutto attraverso forme diverse dai partiti, che tuttavia sappiano entrare in rapporto costruttivo con il settore più dinamico del sistema politico.
Lotta alla corruzione, affermazione in concreto del principio dell’unità e della coesione nazionale, lotta senza quartiere al razzismo in tutte le sue forme, affermazione della democrazia dei territori, costituiscono le migliori garanzie che, dopo la triste parabola di Umberto Bossi non ci sia più alcuno spazio in futuro per formazioni del tipo di quella che egli costituì poco più di venti anni fa, di cui è oramai dimostrata non solo la nocività ma anche la profonda omogeneità alla partitocrazia nelle sue forme più deteriori.
Il potere dei segreti
di Marco Lillo 12€ AcquistaArticolo Precedente
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Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.
Roma, 13 mar. (Labitalia) - "La vostra fiera pone la sostenibilità al centro del confronto tra tutti voi e tra tutti noi e non potrebbe essere altrimenti". Così il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in un videomessaggio in occasione di LetExpo 2025, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere (11-14 marzo).
"La logistica è il sistema circolatorio delle nostre società. Attraverso la via della distribuzione riceviamo e inviamo ciò che consumiamo e ciò che produciamo. Quello che compriamo viene spesso da molto lontano e le nostre aziende esportano in ogni continente - continua - Se tutto questo ha creato ricchezza e opportunità ha anche creato pesanti effetti sull'ambiente. Per questo è molto importante che puntiate alla sostenibilità ambientale, naturalmente conciliata con la sostenibilità economica e sociale perché con l'ambientalismo dogmatico non si fa un favore né alla natura né alle persone. Anzi, se non consideriamo il tema socio-economico, le politiche ambientali saranno automaticamente respinte. Su questo tema non abbiamo mai fatto un passo indietro".
"La voce più chiara e determinata è stata quella dell'Italia a ogni tavolo negoziale europeo. Non mettiamo in discussione gli obiettivi finali, gli obiettivi climatici, ma chiediamo misure adatte al nostro Paese - spiega - Se il risultato delle politiche ambientali è la desertificazione industriale, perdiamo tutti. Con la neutralità tecnologica ognuno sceglie la propria strada verso una meta che resta comunque la meta che dobbiamo raggiungere".
"La vostra iniziativa punta ad accrescere la consapevolezza ecologica del settore dei trasporti, lo fa mettendo a confronto istituzioni, imprese, con il mondo della ricerca e delle professioni. Non si ragiona per compartimenti stagni. E' in questo modo che si passa dall'ideologia alla concretezza, alla realtà, dal dogma alla soluzione della questione. Insieme sapremo fare squadra", conclude.
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), è intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofica crisi umanitaria causata dalla guerra in Sudan, chiedendo la fine delle violenze contro i civili e un rinnovato impegno per fornire aiuti salvavita. La guerra in Sudan è soprattutto “una guerra contro le persone" ha dichiarato.
Le Forze Armate Sudanesi (Saf) - ricorda Msf - hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) e le milizie alleate hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche. Entrambe le parti hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari. Msf fornisce assistenza medica in 11 dei 18 stati del Sudan, operando su entrambi i fronti del conflitto, secondo i principi umanitari che la contraddistinguono. I team di Msf nel paese hanno segnalato molte volte i livelli preoccupanti di malnutrizione in diverse zone, mentre malattie infettive prevenibili con i vaccini sono in aumento. L'imminente stagione delle piogge acuisce l’urgenza di assicurare alle persone nelle aree devastate dalla guerra forniture alimentari e mediche.
Il messaggio di Msf al Consiglio di Sicurezza è: la guerra in Sudan non può continuare a essere combattuta con un simile disprezzo per le vite dei civili. Dopo quasi 2 anni di combattimenti, la risposta internazionale è stata fin troppo limitata, ostacolata dalle parti in conflitto e aggravata dalla mancanza di responsabilità, risorse e leadership. “Mentre in questa sede si fanno dichiarazioni, i civili rimangono invisibili, senza protezione, bombardati, assediati, stuprati, sfollati, privati di cibo, cure mediche e dignità” ha dichiarato Lockyear. “La risposta umanitaria vacilla, paralizzata dalla burocrazia, dall’insicurezza, dall’esitazione e da quello che rischia di diventare il più grande disinvestimento negli aiuti umanitari della storia”. Lockyear ha fatto appello a un rinnovato impegno nella protezione dei civili e far fronte alle necessità umanitarie. “La crisi in Sudan impone un cambiamento radicale, abbandonando gli approcci fallimentari del passato. La vita di milioni dipende da questo”, ha concluso.