"Se i pm indagassero tra Reggio Emilia e Bologna accadrebbe un putiferio. C'è più sporco qui che a via Bellerio". Gli occhi puntati sul deputato Alessandri e sulla gestione da commissario di Rosi Mauro. E anche l'ex candidato a sindaco di Bologna parla di cose che volavano sopra la sua testa
E’ bufera anche sui conti della Lega di Bologna, ma qui si punta il dito contro il segretario della “nazione” Emilia, Angelo Alessandri, che tra l’altro dal 2009 al 2011 ha nominato ben quattro commissari al vertice provinciale, quello che gestisce la cassa secondo regolamento.
E’ Carla Rusticelli, responsabile amministrativa provinciale fino al 2009 e poi allontanata dalla Lega, a sostenere di aver “visto passare del nero – racconta – ma mi sono sempre rifiutata. Per questo motivo sono stata estromessa”. Era anche revisore dei conti alla “nazione” di Alessandri, che ha sede a Reggio Emilia: “Andavo spesso a Reggio Emilia. Ma mi facevano vedere solo un conto bancario”, senza altri documenti, e “mi si sono drizzate le orecchie”. Si dice severa: “Ho sempre rotto le scatole” in ogni assemblea e “tutto quanto veniva verbalizzato” per essere mandato a Milano, ma “quello che denunciavo o veniva cancellato o frainteso”, così della sua battaglia “contro questa gestione allegra del movimento, non ce n’è traccia”. Se i magistrati indagassero in Emilia, sostiene, accadrebbe “un putiferio. Ci sono conti mai messi in ordine, soldi in nero, sia in entrata che in uscita. C’è più sporco qui che a via Bellerio”.
Dal 2009 al provinciale arrivarono i commissari nominati da Alessandri “e nessuno dei quattro era bolognese”, rincara la dose il consigliere regionale Manes Bernardini, che nel biennio incriminato era commissario cittadino quasi senza poteri ed è tornato a gestire il provinciale solo nell’autunno scorso, quando Rosi Mauro approdò in Emilia, e solo per traghettarlo verso il congresso (eletta poi Nicla Cioni pochi giorni fa).
“Molto duri” quegli anni per Bernardini: “Mi sono salvato da quella epurazione per circostanze anche fortuite”. Declina ogni responsabilità sulla cassa: “Durante il commissariamento anche il tesseramento, di solito incassato dalle sezioni come Bologna Città, era finito al provinciale”. Insomma, “Chiedere a me cosa è successo dal 2009 al 2011 – commenta poi a E’ Tv – è come chiedere a un operaio della Mirafiori cosa fa Marchionne con i soldi; noi eravamo operai” e ci sono “cose che ti viaggiano sopra la testa”.
Ora, “quello che ha fatto Reggio Emilia lo valuteremo”, attacca: “La prima esigenza è fare chiarezza” e “Alessandri era il segretario dell’Emilia”, ha nominato i commissari che “rispondevano a lui” e “ha i suoi responsabili amministrativi e le sue partite da dimostrare nei confronti del Movimento. La sede opportuna è il congresso e noi lo abbiamo a giugno”.
Si aprirà anche un versante giudiziario? “Non posso dirlo”, ma “più tempo ci metteremo e più i dubbi aumenteranno. Io la pulizia la farei abbastanza in fretta”.
Non entra nel merito delle accuse, ma parla di quello che accade nella Lega invece Alessandri, l’uomo che ha lasciato il posto alla presidenza a Umberto Bossi:
”La base è scioccata. Naturale. C’è tensione, e sbandamento. Ma la nostra gente sa che noi siamo diversi, non mettiamo la polvere sotto il tappeto”. Il reggiano Angelo Alessandri, 42 anni, deputato e leader della Lega in Emilia, che l’altro giorno nella riunione di via Bellerio ha appnto ceduto il titolo di presidente del Carroccio dopo sette anni a Umberto Bossi, in un’intervista al Qn dice che si aspettava “un attacco in campagna elettorale. Anche se non in questi termini. Lo dicevo da due mesi: si inventeranno qualcosa contro di noi. Però non pensavo a una roba così”.
Un tradimento del Cerchio magico? “A me le magie non interessano. Mi preme solo la Lega. Siamo rimasti gli unici a fare opposizione. Contro tutti i partiti e i grandi poteri finanziari. Abbiamo contro il 90% del Parlamento”. Alessandri definisce Bossi “un grande uomo” e, sulle intercettazioni, commenta: “Voci. Al momento solo voci che filtrano. E di fronte a queste, lui non ha voluto mettere in difficoltà il partito. Adesso faremo tutte le verifiche interne come sempre, per vedere se ci sono cose vere. Prima della magistratura e della stampa. Perchè noi siamo diversi da tutti gli altri. Due persone al telefono possono dire qualsiasi cosa, poi bisogna vedere se a quelle parole corrispondono effettivamente cose strane”.
Una scissione in vista tra veneti e lombardi? “Assolutamente no, nel triumvirato c’è anche una veneta, Manuela Dal Lago. Non c’è un problema di questo genere”. Molti ex leghisti dicono che si sapeva… “Ma cosa sapevano? Di queste cose non sapevano un bel niente, non sa niente nessuno. Saltano sempre fuori ‘sti ex. Se sono ex un motivo ci sarà, no?”. Forse è ora di riformare il meccanismo del finanziamento ai partiti? “Sono pronto a qualsiasi soluzione. Di sicuro occorrono più controlli e trasparenza”. Un pronostico sulla Lega? “Ne uscirà più forte di prima”.