Inserire una norma nel disegno di legge anticorruzione o realizzare un provvedimento ad hoc. In ogni caso il governo è pronto a intervenire sui finanziamenti ai partiti. A dirlo è il ministro della Giustizia Paola Severino che ha spiegato che la struttura della Guardasigilli è a disposizione per fornire il proprio contributo tecnico “non appena il Parlamento e i presidenti di Camera e Senato lo richiederanno”. Il ministro aggiunge di intravedere due possibilità, sotto il profilo degli strumenti legislativi: inserire una norma nel ddl anticorruzione o predisporre un provvedimento a sé.
Nel primo caso si tratterebbe di “inserire nel disegno di legge, ora all’esame delle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, una norma che affidi ad un soggetto pubblico o privato, dotato di massima autonomia ed indipendenza, il compito di rivedere e certificare i bilanci dei partiti”.
“Se invece si volesse intervenire in maniera più ampia e complessiva, regolamentando il tema della trasparenza e verificando a monte che le spese dei partiti siano o meno inerenti agli scopi istituzionali degli stessi, allora – prosegue Severino – si potrebbe predisporre un provvedimento ‘ad hoc’ che, se ritenuto urgente, potrebbe anche assumere la forma del decreto legge. In questo caso occorrerebbe disciplinare il regime delle spese rendendolo trasparente e contemperandolo con le esigenze istituzionali dei partiti”. Il presidente del Consiglio nel pomeriggio, durante una visita ai militari italiani in Libano, aveva confermato che il governo “riflette e prende le sue posizioni” sul tema dei rimborsi elettorali, senza però approfondire proprio per il tempo e la sede in cui si trovava: “Più importanti i militari della missione Unifil” aveva spiegato.
Il tema, anche alla vigilia di Pasqua, agita tutti i partiti. Antonio Di Pietro, per esempio, definisce il finanziamento pubblico ai partiti “una delle radici della corruzione e del degrado della politica in Italia” e propone il referendum. “Abbiamo già depositato i quesiti per un referendum che elimini i rimborsi elettorali. Anche se sappiamo che con le elezioni politiche alle porte, ci vorrà del tempo. Per questo, vogliamo raggiungere lo stesso obiettivo ricorrendo anche a un altro strumento di democrazia diretta: la legge di iniziativa popolare. Fra pochi giorni inizieremo a raccogliere le firme”.
La riforma è urgente e non più rinviabile, secondo il senatore del Partito Democratico Ignazio Marino: “Ne va della vita democratica del nostro paese, messa a dura prova da una classe politica severamente compromessa da quanto è emerso negli ultimi tempi”. “Resto convinto – prosegue – che oggi il soggetto che può portare avanti una riforma di questa portata sia il governo, proprio per la sua estraneità ad ambienti politici ormai ben poco credibili”. Marino chiede regole chiare: “Che sia la Corte dei Conti, organismo terzo e di rilevanza costituzionale, a controllare la regolarità dei bilanci delle forze politiche; che i bilanci siano pubblicati on line per essere consultabili in ogni momento da ogni cittadino e che siano compilati in modo chiaro e comprensibile. L’assegnazione dei rimborsi elettorali, inoltre, dovrebbe basarsi sulle spese realmente sostenute e certificate da un partito; no ai rimborsi a forze politiche che non esistono più. In caso di irregolarità, infine infine, credo che non possa pagare solo il tesoriere di turno, ma debba essere considerato sanzionabile l’intero partito”.
Mentre il Codacons raccoglie le firme per la sospensione del finanziamento pubblico ai partiti, Pier Ferdinando Casini, intervistato dal Corriere della Sera, avverte che “le vicende di questi giorni le paga la politica intera” e propone di cominciare subito con l’incarico, da parte dei presidenti delle Camere, a una società di revisione insieme alla richiesta ai partiti “di accettare una verifica immediata, così si vedrà chi usa i fondi per la politica e chi acquista palazzi”.
“Per quanto riguarda il Pdl siamo tranquillissimi, perché il nostro bilancio è limpido – interviene il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto – Nulla toglie che ci deve essere un controllo esterno per garantire che il rimborso elettorale sia un vero rimborso e non venga speso altrove come visto col caso Lusi. Su questo argomento credo ci sia bisogno di una legge e non di un decreto”. Insomma, si allungano i tempi. “Non ci siamo – replica Pierluigi Mantini (Udc) – non si percepiscono la gravità della situazione e lo sdegno dei cittadini dinanzi a ruberie e malagestione di soldi pubblici. Il controllo dei bilanci dei partiti da parte della Corte di conti è necessario e urgente”. “Il caso Lega è esemplificativo e non esaustivo e deve servire da lezione alle forze politiche come espressione di una crisi del sistema politico – dichiara Carmelo Briguglio (Futuro e Libertà) – Occorre una legge-lampo, da approvare col procedimento velocissimo solo in commissione in sede legislativa per riformare i partiti, finanziamento incluso, dando attuazione finalmente all’articolo 49 della Costituzione. Invitiamo le altre forze politiche a dire se ci stanno o no, noi siamo pronti con la nostra proposta già in fase di avanzata discussione in Commissione Affari Costituzionali a Montecitorio”.