Caro Paolo, non dubito della tua buona fede, ma considero “Il segreto di piazza Fontana” e in parte anche il film di Giordana che ad esso si ispira, un’occasione sprecata. Non serve a ricordare, non aiuta a discutere. Il motivo è semplice: troppe ricostruzioni falsate, la cupa violenza che incombe sulla democrazia è subdolamente addossata alla sinistra, il messaggio complessivamente depistante. Prendiamo il film: c’è una sola manifestazione, quella in cui fu ucciso l’agente Annaruma. Forse serviva a introdurre la figura di Calabresi…ma manca ogni accenno alle selvagge cariche che hanno preceduto la morte del poliziotto con ignari cittadini, travolti dalle camionette all’uscita da un teatro, e rimasti a terra feriti. Quanto agli anarchici, a loro è riservata forse la sorte peggiore. Ridicole macchiette, utili idioti. Al funerale di Pinelli c’erano tremila persone, lo dice anche la canzone, nel film s’intravede una dozzina di personaggi folcloristici che intonano “Addio Lugano bella” e sembrano piovuti da Marte.
Valpreda poi è un pirla, una testa calda di cui anche Pinelli diffidava. Tutto falso, frutto di stereotipi e carenze informative: il ferroviere diffidava di Valpreda è vero, ma non perché fosse un bombarolo, ma perché qualcuno aveva messo in giro la voce che aveva rapporti ambigui con la polizia. Vicenda poi chiarita all’interno del gruppo 22 marzo che nella lettera a Sofri, descrivi come “sedicente circolo anarchico, mix di provocatori e infiltrati”. E’ vero ne faceva parte Merlino, amico di Stefano Delle Chiaie, ma chi e perché li aveva infiltrati? Perché venivano addossate agli anarchici le bombe del 25 aprile, messe invece da Freda e Ventura? Una “controinchiesta” non può ignorare queste domande. Questa era “strategia della tensione”. Ti scrivo dopo aver letto la tua replica a Sofri. Ecco a me non puoi dire che critico soltanto oggi la tua tesi sulla “doppia bomba” perché ha finalmente fatto breccia nel grande pubblico. Sai bene che l’ho criticata prima, durante e dopo: a partire dal giorno in cui. nel rapido spazio di una tazzina di caffè, capimmo che mai avremmo potuto lavorare insiem a questo progetto..
La “doppia bomba”, il “doppio taxi” e perfino il ”doppio Valpreda” a me sembrarono una provocazione tesa a reintrodurre quella “pista anarchica” sconfitta dalla storia. Niente a che vedere con le incursioni corsare di Pasolini cui fai appello. Il j’accuse del Poeta, quel “Io so… ma non ho le prove”, puntava al cuore degli apparati deviati dello Stato. Pasolini non aveva le prove, tu invece ce le avevi e ne sei ancora convinto. Peccato che erano già state vagliate dalla magistratura e archiviate come “reperti inutilizzabili”, ce lo ha ricordato in questi giorni D’Ambrosio. Ti misi in guardia, ma rifiutasti ogni consiglio. Oh, so bene che le “notizie” non si vanno a cercare al convento delle Orsoline, né sto qui a darti lezioni di “giornalismo investigativo”. Ma per una volta mi trovo d’accordo con Sofri. Non si fa, non si infanga la memoria di ch ha pagato con la vita una trama di cui a distanza di 40 anni non riusciamo a distinguere le finalità. Non si insinuano fantastorie su chi entra vivo in questura e ne esce morto, per essere più precisi entra dalla porta ed esce dalla finestra.
Nel libro intervisti Silvano Russomanno, braccio destro di D’Amato agli Affari riservati. Nel film di Giordana ogni tanto compare “il Professore”: ho avuto la sensazione che fossero la stessa persona, proprio il vecchio spione che oggi pesca lucci in Romagna, ma all’epoca per capirci andava in giro a dire che Dario Fo era il capo delle Brigate Rosse. Un cattivo “suggeritore”, per colpa sua qualche giornalista finì in carcere, ho la fortuna di non averlo mai conosciuto. Credo che in quei giorni Russomanno a Milano non fosse un passante, ma il diretto superiore di Allegra e Calabresi. Penso a quanto se la ride mentre tira l’esca: un altro pesce ha abboccato.
Valpreda non è più il Mostro al massimo un “mostrino”, non mette la bomba che uccide, soltanto una “bombetta”. Ma alla Banca Nazionale dell’Agricoltura lui c’era: c’eravamo sbagliati, ride il Professore, ma mica tanto. Giordana si ferma in tempo, intuisce il tranello, alla fine con colpo maestro dietro la “doppia borsa” fa intravedere il “doppio Stato”. Tu invece insisti: “Ma perché tanto chiasso, dov’è lo scandalo, ho scritto che i responsabili erano i fascisti e che la seconda bomba serviva a incastrare gli anarchici!”. Santa innocenza! Ecco, io ho il dubbio che stavolta la seconda bomba sia servita a incastrare te e non riesco a togliermelo dalla testa.
Rita Di Giovacchino
Giornalista e scrittrice
Cronaca - 9 Aprile 2012
Lettera aperta a
Paolo Cucchiarelli
Caro Paolo, non dubito della tua buona fede, ma considero “Il segreto di piazza Fontana” e in parte anche il film di Giordana che ad esso si ispira, un’occasione sprecata. Non serve a ricordare, non aiuta a discutere. Il motivo è semplice: troppe ricostruzioni falsate, la cupa violenza che incombe sulla democrazia è subdolamente addossata alla sinistra, il messaggio complessivamente depistante. Prendiamo il film: c’è una sola manifestazione, quella in cui fu ucciso l’agente Annaruma. Forse serviva a introdurre la figura di Calabresi…ma manca ogni accenno alle selvagge cariche che hanno preceduto la morte del poliziotto con ignari cittadini, travolti dalle camionette all’uscita da un teatro, e rimasti a terra feriti. Quanto agli anarchici, a loro è riservata forse la sorte peggiore. Ridicole macchiette, utili idioti. Al funerale di Pinelli c’erano tremila persone, lo dice anche la canzone, nel film s’intravede una dozzina di personaggi folcloristici che intonano “Addio Lugano bella” e sembrano piovuti da Marte.
Valpreda poi è un pirla, una testa calda di cui anche Pinelli diffidava. Tutto falso, frutto di stereotipi e carenze informative: il ferroviere diffidava di Valpreda è vero, ma non perché fosse un bombarolo, ma perché qualcuno aveva messo in giro la voce che aveva rapporti ambigui con la polizia. Vicenda poi chiarita all’interno del gruppo 22 marzo che nella lettera a Sofri, descrivi come “sedicente circolo anarchico, mix di provocatori e infiltrati”. E’ vero ne faceva parte Merlino, amico di Stefano Delle Chiaie, ma chi e perché li aveva infiltrati? Perché venivano addossate agli anarchici le bombe del 25 aprile, messe invece da Freda e Ventura? Una “controinchiesta” non può ignorare queste domande. Questa era “strategia della tensione”. Ti scrivo dopo aver letto la tua replica a Sofri. Ecco a me non puoi dire che critico soltanto oggi la tua tesi sulla “doppia bomba” perché ha finalmente fatto breccia nel grande pubblico. Sai bene che l’ho criticata prima, durante e dopo: a partire dal giorno in cui. nel rapido spazio di una tazzina di caffè, capimmo che mai avremmo potuto lavorare insiem a questo progetto..
La “doppia bomba”, il “doppio taxi” e perfino il ”doppio Valpreda” a me sembrarono una provocazione tesa a reintrodurre quella “pista anarchica” sconfitta dalla storia. Niente a che vedere con le incursioni corsare di Pasolini cui fai appello. Il j’accuse del Poeta, quel “Io so… ma non ho le prove”, puntava al cuore degli apparati deviati dello Stato. Pasolini non aveva le prove, tu invece ce le avevi e ne sei ancora convinto. Peccato che erano già state vagliate dalla magistratura e archiviate come “reperti inutilizzabili”, ce lo ha ricordato in questi giorni D’Ambrosio. Ti misi in guardia, ma rifiutasti ogni consiglio. Oh, so bene che le “notizie” non si vanno a cercare al convento delle Orsoline, né sto qui a darti lezioni di “giornalismo investigativo”. Ma per una volta mi trovo d’accordo con Sofri. Non si fa, non si infanga la memoria di ch ha pagato con la vita una trama di cui a distanza di 40 anni non riusciamo a distinguere le finalità. Non si insinuano fantastorie su chi entra vivo in questura e ne esce morto, per essere più precisi entra dalla porta ed esce dalla finestra.
Nel libro intervisti Silvano Russomanno, braccio destro di D’Amato agli Affari riservati. Nel film di Giordana ogni tanto compare “il Professore”: ho avuto la sensazione che fossero la stessa persona, proprio il vecchio spione che oggi pesca lucci in Romagna, ma all’epoca per capirci andava in giro a dire che Dario Fo era il capo delle Brigate Rosse. Un cattivo “suggeritore”, per colpa sua qualche giornalista finì in carcere, ho la fortuna di non averlo mai conosciuto. Credo che in quei giorni Russomanno a Milano non fosse un passante, ma il diretto superiore di Allegra e Calabresi. Penso a quanto se la ride mentre tira l’esca: un altro pesce ha abboccato.
Valpreda non è più il Mostro al massimo un “mostrino”, non mette la bomba che uccide, soltanto una “bombetta”. Ma alla Banca Nazionale dell’Agricoltura lui c’era: c’eravamo sbagliati, ride il Professore, ma mica tanto. Giordana si ferma in tempo, intuisce il tranello, alla fine con colpo maestro dietro la “doppia borsa” fa intravedere il “doppio Stato”. Tu invece insisti: “Ma perché tanto chiasso, dov’è lo scandalo, ho scritto che i responsabili erano i fascisti e che la seconda bomba serviva a incastrare gli anarchici!”. Santa innocenza! Ecco, io ho il dubbio che stavolta la seconda bomba sia servita a incastrare te e non riesco a togliermelo dalla testa.
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Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Lunedì 6 Gennaio alle ore 11 in via Nomentana 361, a Roma, il Partito radicale convoca una manifestazione a sostegno della liberazione di Cecilia Sala.
"Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all'ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo - si legge in una nota di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale -, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Farnesina con il ministro Antonio Tajani ed è proprio in quest'ottica che intendiamo supportare il prezioso lavoro che si sta svolgendo in queste ore. L'appuntamento è lunedì 6 davanti all'ambasciata".
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La convocazione di un ambasciatore alla Farnesina è uno strumento molto importante e assai riconoscibile sul piano diplomatico per esercitare una pressione su uno Stato. C’è da dire che Tajani ha sempre utilizzato questo strumento con parsimonia, forse eccessiva, e dunque spesso con ritardo. Speriamo in futuro voglia essere più deciso, specie quando ci sono in gioco interessi vitali e che non si debba attendere, per esercitare questo passo, l’intervento delle opposizioni". Lo dice Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia viva.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "I dati Istat del terzo trimestre 2024 tratteggiano i contorni di un’Italia economicamente vitale. Crescono il potere di acquisto delle famiglie e i consumi. Si tratta di un altro segnale dell’efficacia della linea messa in campo dal governo Meloni e che abbiamo voluto confermare anche con le misure inserite nell’ultima manovra". Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli.
Roma, 3 gen. - (Adnkronos) - Assonat Confcommercio esprime "grande soddisfazione" nell'annunciare che il Tar del Lazio, con la sentenza n. 13/2025 pubblicata ieri, ha accolto il ricorso presentato dall’associazione, annullando il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 10 dicembre 2022. Il decreto disponeva un incremento Istat del 25,15% sui canoni per le concessioni demaniali marittime, basandosi su un indice non previsto dalla normativa vigente.
Il Tribunale Amministrativo ha rilevato che tale incremento era stato calcolato mediante un metodo alternativo, non conforme a quanto stabilito dal legislatore (art. 04, co. 1, del d.l. n. 400/1993), in violazione del principio di legalità. In particolare, il Tar ha sottolineato che l’indice applicato dal ministero differiva da quello previsto, ovvero la media degli indici Istat relativi ai prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati e ai valori per il mercato all’ingrosso.
“Questa decisione rappresenta un importante riconoscimento delle istanze portate avanti da Assonat a tutela dei concessionari – ha dichiarato il presidente Luciano Serra – e ribadisce l’importanza del dialogo della pubblica amministrazione con l’utenza”.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "Nel corso di una trasmissione televisiva in cui ho partecipato questa mattina, un esponente di Forza Italia, Salini, ha detto che nei due giorni e mezzo intercorsi tra l’arresto dell’ingegnere iraniano e quello di Cecilia Sala si sarebbe potuto fare di più. Una dichiarazione che lascia alquanto allibiti considerata anche la delicatezza della vicenda. Mi chiedo se all’interno dei partiti di centrodestra circolino altre informazioni rispetto a quelle consultabili in questi giorni e nelle ultime ore. Parole come quelle pronunciate da Salini lasciano intendere diversità di vedute rispetto all’operato del governo e di certo non sono un bel segnale soprattutto se provengono da esponenti dello stesso partito del ministro degli Esteri. Siamo molto preoccupati per le condizioni di detenzione della giornalista italiana. Confidiamo nel lavoro della diplomazia, auspichiamo chiarezza e che la liberazione di Cecilia Sala possa avvenire al più presto". Così in una nota Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5S Senato.
Saldi al via il 4 gennaio, e in vista dello shopping a prezzi scontati il Codacons diffonde, come ogni anno, un vademecum con i consigli utili per fare acquisti in sicurezza (ed evitare possibili fregature). Eccolo di seguito. La prima regola da seguire, è conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare, il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare, e se il cambio non è possibile (ad esempio perché il prodotto è finito) si ha diritto alla restituzione dei soldi (non a un buono). Due i mesi di tempo (non 7 o 8 giorni), per denunciare il difetto.
La data da segnare in rosso, come detto, è il 4 gennaio 2025. Nel primo sabato dell'anno partiranno i saldi nella maggior parte delle regioni italiane, ma non in tutte. In particolare, in Valle d'Aosta inizieranno giovedì 2 gennaio, mentre a Trento e provincia i commercianti potranno stabilire liberamente la data di inizio. I saldi avranno durata di 60 giorni, tranne in alcune regioni. Nel Lazio dureranno 6 settimane, in LIguria 45 giorni e in Piemonte 8 settimane.
Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce 'Saldo' deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. È bene quindi tenersi alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli.
Il suggerimento: girare. Nei giorni che precedono i saldi, può essere utile andare nei negozi e segnarsi il prezzo del prodotto che interessa per poi verificare l’effettività dello sconto praticato e andare a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi: a volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi. Avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio eviterà di acquistare merce a buon prezzo, ma di cui non si ha bisogno.
Consigli per gli acquisti: la bontà dell’articolo va valutata guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali, per esempio, costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidare dei marchi molto simili a quelli noti e degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova. Servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistare merce della quale si conosce già il prezzo o la qualità aiuta a valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
Negozi e vetrine. Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo e il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile e deve esserci l’indicazione del prezzo praticato negli ultimi 30 giorni prima dell’avvio dei saldi. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla nuova. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non consentono di vedere la merce.
Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati. Pagamenti: il commerciante è obbligato ad accettare forme di pagamento elettroniche (carte, bancomat) anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi. Infine, se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.