Avrebbe presentato in “anteprima” il testo sulla riforma del lavoro prima che fosse ufficializzato dal ministro Fornero. Questo il gesto “non uniforme” compiuto da Eufranio Massi, direttore del sito www.dplmodena.it oscurato due giorni fa dal Ministero del Lavoro, tanto da meritare una censura ministeriale che non ha precedenti sul web.

Una storia dai contorni non ancora ben delineati che vede protagonisti Massi, direttore del sito incriminato, ma anche dirigente del ministero con a capo la Fornero, e lo stesso ministro che della censura via web è venuto a conoscenza durante le feste pasquali, in contemporanea con gli utenti delle rete.

Artefice dello stop alla pagina web del dipartimento provinciale del lavoro di Modena, a detta della stessa Fornero, sarebbe il segretario generale del dicastero romano: Matilde Mancini. “Le ho chiesto di chiamarmi e sto aspettando di parlarle”, ha dichiarato il ministro che rispetto all’accaduto appare più sorpreso che arrabbiato, “Perché non so se il sito in questione abbia fatto qualcosa di grave che non andava oppure no e vorrei capire come stanno le cose prima di esprimermi”.

Il sito diretto da Massi nato il 19 febbraio 2001 è stato visitato da oltre 18 milioni di utenti. Cifra enorme che conferma la popolarità e l’utilità di uno strumento web che ha permesso a migliaia di cittadini, probabilmente non solo di Modena e provincia, di districarsi nell’infinito ginepraio dei continui aggiornamenti in materia di mercato e diritto del lavoro.

Poi ecco l’errore improvviso compiuto da Massi e dal suo pool di esperti giuslavoristi: mettere online la riforma del lavoro traendola dal Sole24ore. Uno sbaglio dettato da una fretta più simile a quella di un giornalista che di un dirigente del ministero. Anche se per ora lo stesso Massi non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali alla stampa.

“Ci tengo a sottolineare che la dottoressa Mancini è una persona molto scrupolosa, non è un cieco burocrate”, ha precisato la Fornero, “e ritengo anche che se così fosse, cioè se fosse solo questo il motivo per la chiusura del sito, la riterrei una punizione eccessiva per un eccesso di intraprendenza che va bene nei giornali ma un po’ meno nelle istituzioni, ma che non mi sembra talmente grave da giustificare l’oscuramento, per cui chiederei di farlo riaprire”.

“Non solo, ma anziché oscurarlo, se il sito della Dpl di Modena è davvero così ben fatto lo prenderei come esempio, come modello a cui ispirarsi, e chiederei a Massi di collaborare al nostro sito per migliorarlo. Ma aspetto, e vi chiederei di aspettare ulteriori approfondimenti, prima di giudicare”.

Una richiesta prudente di apertura e di curiosa attesa, quella del ministro. Probabilmente perché, come dichiarato al fattoquotidiano.it dall’ufficio stampa dello stesso ministro, l’errore di Massi “non  è un episodio”, ma sembrerebbe la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Un problema sia di forma che di contenuto” che andrebbe ricondotto “negli schemi precisi e nella maniera strutturata con cui il ministero comunica nei territori”.

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