A distanza di qualche giorno dal rinvio da parte del governo Monti dell’applicazione delle nuove aliquote dell’Imu, la nuova imposta sulle abitazioni, è il caso di analizzare le motivazioni reali della fuga. Nessuno può infatti ragionevolmente credere alla giustificazione ufficiale, e cioè che il rinvio si era reso necessario per i ritardi delle amministrazioni locali nella definizione delle aliquote. Un governo che è a caccia di ogni nuova entrata, che ha aumentato tutte le tasse possibili, che ha freddamente rinviato la pensione a milioni di lavoratori, avrebbe avuto il timore di mettere a bilancio un nuovo fiume di euro? Ma a chi vogliono far credere una simile storiella?
Il problema del rinvio nasconde una motivazione più profonda che rende per la prima volta evidente il vicolo cieco in cui i professori hanno cacciato il paese. Tassa dopo tassa, infatti, non c’è chi non veda che i redditi della stragrande maggioranza degli italiani si sono ulteriormente ridotti. La parte più debole della società, in particolare, non riesce ad arrivare alla fine del mese. In questo quadro, nel mese di giugno queste famiglie avrebbero dovuto sottoporsi ad un ulteriore salasso. Tutte le stime, anche le più prudenti, parlavano che gli abitanti delle maggiori città si sarebbero dovuti sobbarcare aumenti di centinaia di euro fino a cifre superiori ai mille euro a famiglia. Una situazione insostenibile che avrebbe comportato concreti rischi di lacerazioni sociali: c’è infatti un limite a tutto e i professori hanno avuto paura di proteste che avrebbero attecchito con grande facilità, dato lo scontento sociale che esiste.
Ecco i motivi della ritirata, altro che ritardi di applicazione. I professori hanno intuito per la prima volta di aver cacciato l’Italia in un pericoloso vicolo cieco. L’occupazione –specie quella giovanile- diminuisce sempre più. Le aziende, anche quelle più sane, non ricevono crediti. In questo quadro sarebbe dovuta entrare in vigore la tassa sulla propria abitazione. Chi possiede 20 alloggi, come qualcuno dei ministri del governo, non avrebbe avuto difficoltà nel pagare la nuova tassa. Milioni di famiglie che nei decenni precedenti sono state costrette dall’assenza di politiche abitative ad acquistare con grandi sacrifici la casa –siamo il paese europeo con la più alta percentuale di abitazioni in proprietà– e che talvolta stanno ancora pagando la rata del mutuo, avrebbero avuto invece gravi difficoltà.
Il governo del professor Monti ha pensato bene di rinverdire le tecniche dei vecchi governi dorotei. Rinviamo. Non corriamo rischi. Lasciamo passare tempo. Chissà se a dicembre –quando dovranno entrare in vigore le nuove aliquote- ci saremo ancora. L’importante è raggiungere comunque concreti risultati. Il governo dei tecnici ha infatti escluso dal pagamento dell’Imu le Fondazioni bancarie, potenti organismi che hanno attivi di bilancio superiori a un miliardo di euro. Il governo della grande finanza non ha dunque deluso il proprio mondo di riferimento. Pagano i soliti, con una tassa odiosa sulla propria casa. Le grandi proprietà immobiliari non vengono sottoposte ad aliquote progressive. Le fondazioni bancarie, invece, non pagheranno neppure un euro. Il professor Monti aveva promesso solennemente equità. Scherzava.