La conferma del magistrato, ma restano top secret i nomi delle persone coinvolte. Confermato invece l'intreccio con l'attività che gli inquirenti stanno facendo a Milano. Il deputato Alessandri: "Il mio nome? Non mi meraviglierei, ci sono persone che hanno sempre cercato di colpirmi"
Ieri il pm aveva incontrato Marco Lusetti, ex vicesindaco di Guastalla ed ex vicesegretario della Lega Nord Emilia, espulso dal partito nel luglio del 2010. Pochi giorni fa l’ex numero due aveva dichiarato ai giornali locali di aver sempre nutrito forti dubbi sui bilanci del partito in Emilia e su quello del gruppo del consiglio regionale. Lusetti, che per qualche giorno preferisce restare in silenzio, avrebbe già consegnato ai magistrati atti e documenti che testimonierebbero irregolarità della gestione dei fondi del Carroccio. “Se quello che ha riferito Lusetti nel suo esposto è vero, sarebbero fatti abbastanza seri”, ha detto Grandinetti. Alla domanda se vi fosse un imprenditore indagato, il procuratore ha detto: “Non posso rispondere”.
L’inchiesta di Reggio Emilia va così ad aggiungersi a quella aperta ieri a Bologna, dove la procura ha intenzione di fare luce sull’amministrazione della casse del Carroccio emiliano. Per ora si tratta di un fascicolo conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato, che si incentra sulle recenti dichiarazioni dell’ex tesoriera della Lega Nord bolognese cacciata dal partito nel 2009, Carla Rusticelli, che ha parlato di pagamenti in nero e bilanci falsi. Nei prossimi giorni la donna verrà sentita dai magistrati di piazza Trento Trieste. E non solo lei. Saranno convocati in procura altri due ex del Carroccio emiliano: Alberto Veronesi, candidato alle elezioni amministrative regionali del 2010 e Alberto Maragoli, ex revisore dei conti. E non si esclude che venga sentito anche l’ex candidato sindaco a Bologna, eletto in Comune e Regione, il maroniano Manes Bernardini.
Come sicuramente sarà ascoltato Angelo Alessandri, segretario della Lega nord in Emilia, colui che teneva i conti e sul quale i compagni di partito, in questi giorni convulsi, puntano il dito. Nel pomeriggio Alessandri, sentito da ilfattoquotidiano.it, spiega di non aver ricevuto alcuna notifica dagli inquirenti reggiani: “Ho solo letto le agenzie come voi e non so nulla di più. Del resto non sappiamo neanche di cosa parliamo” spiega il deputato, che di non sapere neanche a chi possano appartenere questi nomi. Poi sempre nel pomeriggio, Alessandri conferma che presto parlerà coi magistrati: “Sono molto tranquillo e chiederò un incontro col procuratore. Sono tirato in ballo continuamente sui giornali, trovo giusto chiarire”. E all’ipotesi di essere indagato poiché l’esposto è stato presentato da Marco Lusetti, il parlamentare risponde: “Sì, ha sempre cercato di colpire me. Non so cosa possa aver costruito. Sicuramente avrà cercato di colpire me”.
Lusetti, dal canto suo, al nostro giornale conferma di aver citato nel proprio esposto Alessandri e altri due membri di spicco della Lega in Emilia, Gianfranco Barigazzi, responsabile amministrativo e Maurizio Parma, ex capogruppo in consiglio regionale. “Le mie denunce, che porto avanti da un anno e mezzo riguardano la gestione dei soldi del partito e quella dei fondi del gruppo regionale”. Lo stesso Lusetti poi spiega di non aver citato nel proprio esposto presentato ieri mattina in procura il segretario Umberto Bossi. E Rosi Mauro: “Non ricordo se è tra i tanti nomi che ho scritto in quel documento dato ai magistrati. Di sicuro la ritengo responsabile almeno della non risoluzione dei problemi che aveva il partito. Quando è arrivata in Emilia come commissario – spiega Lusetti, ex numero due in Emilia, a ilfattoquotidiano.it – non mi ha fatto neppure una telefonata per chiedermi qualcosa. Dopo pochi giorni già diceva che tutto era apposto”.
“Nella Lega è in atto una pulizia che riguarda pochi e ben noti soggetti, non una caccia alle streghe, non saremo così pirla da delegittimarci a vicenda e fare un favore a chi vuole annientare la politica come rappresentanza democratica”. Ad assicurarlo è Gianluca Pini, parlamentare del Carroccio e alfiere di Roberto Maroni in Romagna.
“Leggo di ex militanti espulsi per vari e validi motivi – prosegue Pini – che ora si scatenano a rilevare non so quali verità nascoste per vendetta o per rancore. Questi a mio avviso cercano di creare delle streghe da bruciare per delegittimare la Lega nel complesso”.
“Io non credo alla teoria del complotto in senso stretto – aggiunge – anche se certi comportamenti fanno pensare male, ma non posso non vedere che la credibilità di certa gente è inversamente proporzionale al rumore che fa per nascondere i propri errori o i propri guai. Confido nell’equilibrio e nel buon senso della magistratura nel vagliare attentamente i veleni che ora, per vendetta o emulazione, arriveranno certamente copiosi”, conclude.