Per il presidente della Repubblica assistiamo a un "ritorno al clima invernale anche sui mercati". Poi ricorda la discussione della riforma del lavoro in Parlamento e osserva che "non c'è crescita senza innovazione e coesione sociale"
“C’è urgente bisogno di dare maggiore attenzione al disagio sociale che risulta chiaramente dai dati”, ha detto, e che coinvolge la famiglia, i nuovi poveri e i giovani non occupati. Un fenomeno che “non può non allarmarci” e manifesta il “quadro cupo internazionale ed europeo nel quale rientra anche il nostro Paese”. Pertanto, ha aggiunto, “se ne tenga conto in Parlamento al momento in cui si discuterà la riforma del mercato del lavoro“. Questo dovrà essere “trasparente, efficiente e regolato per creare le condizioni per una maggiore occupazione tra i giovani”.
Di fronte alla crisi che pare riaccendersi “non basta invocare la crescita”. Quelli attuali sono “dati inquietanti non solo per l’Italia“, spiega il Capo dello Stato, “e ci assilla il tema del rilancio della crescita produttiva e occupazionale”. Questo, però, non basta. “Non basta questa invocazione, come se non ci volesse altro che volontà e determinazione”, ha aggiunto il Capo dello Stato, una invocazione “talvolta un po’ fastidiosa e vacuamente polemica, come se ci fossero sordità al riguardo e fosse chiuso il capitolo dell’austerità”. Il fatto è che “non c’è crescita che possa reggere senza l’innovazione in tutti i suoi aspetti e non meno importante è la coesione sociale”.