Gli organizzatori stimano un'affluenza senza precedenti. Il loro obiettivo è quello di far diventare il capoluogo emiliano una sorta di meta per il turismo Lgbt
Sul numero dei partecipanti, invece, Franco Grillini, leader storico del movimento, parla di numeri che potrebbero arrivare al mezzo milione.
La data per il gay pride è già stata fissata per il 9 giugno, giorno in cui il capoluogo emiliano vedrà sfilare la manifestazione nazionale delle comunità Lgbt (lesbica, gay, bisex e transessuale). Tuttavia il presidente onorario dell’Arcigay, oltre che deputato e consigliere regionale dell’Italia dei Valori, non ha dubbi sul successo quantitativo dell’evento. “I numeri degli ultimi anni”, dice, “ci dimostrano che cresce l’adesione di chi scende per strada a fianco degli omosessuali. A Roma abbiamo fatto un milione di persone e l’Italia, dopo il Brasile, è il Paese in cui è più evidente la convergenza tra difesa dei diritti degli omosessuali e degli eterosessuali”.
Le ragioni non passerebbero tanto dal peso dei nomi dei testimonial. “Gianni Morandi”, prosegue Grillini, “non ci ha neanche risposto dopo l’invito che gli abbiamo rivolto a febbraio”. Sul palco del Festival di Sanremo, il cantautore aveva dichiarato “adoro i gay” prestandosi a uno sketch in cui veniva celebrato un matrimonio tra persone dello stesso sesso. “Per quanto oggi gli rinnoviamo l’invito sperando di vederlo sfilare con noi”, dice anche il politico Idv, “è anche un uomo d’altri tempi, con ruoli che comprendono la presidenza onoraria del Bologna Calcio, e resto convinto che dobbiamo aspettare un’altra generazione di artisti”.
Tra quelli citati da Franco Grillini, c’è “Tiziano Ferro, che non a caso ha 35 anni” e che un paio d’anni fa, in un’autobiografia e poi in alcune interviste, ha parlato della sua omosessualità. Eppure, al di là di Morandi, c’è un personaggio pubblico che il leader della causa Lgbt vorrebbe tanto vedere sfilare il prossimo 9 giugno. “È Vasco Rossi”, dice, “che invito pubblicamente adesso. Ha portato avanti moltissime cause per le libertà individuali e collettive. Dunque perché non dovrebbe aderire alla nostra manifestazione che proprio a quelle libertà guarda?”
Il Bologna Pride e anche più recenti appuntamenti del movimento omosessuale, spiega ancora Grillini, partono da alcuni presupposti irrinunciabili, le “piattaforme di sempre”, che comprendono l’estensione del matrimonio civile alle persone dello stesso stesso, una corretta informazione sull’argomento e un cambiamento culturale condiviso. “Ma adesso si va oltre”, dice ancora il presidente onorario dell’Arcigay. “Dopo il risultato negativo ottenuto sulla legge 40, quella sulla procreazione assistita, anche le battaglie civili degli eterosessuali passano dal sostegno a quelle dei gay. Il divorzio breve, il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, le tutele soggettive e i diritti della persona stanno diventando un discorso che unisce molto di più che la difesa di istanze di genere”.
Per questo Grillini guarda con interesse alla presa di posizione di due interlocutori finora percepiti come lontani. “È da tenere in considerazione la recentissima apertura di Pierferdinando Casini a proposito di una legge sulle coppie di fatto”, spiega Grillini. “Ci sarebbe dunque qualcuno che si stupirebbe se sfilasse al Bologna Pride?” Forse è pretendere un po’ troppo anche da parte del più illuminato dei centristi cattolici, ma per il politico sono da valutare anche le parole del cardinale Carlo Maria Martini in base alle quali “non è male che due omosessuali abbiano una certa stabilità di rapporto e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili”.
Insomma, l’attesa a Bologna è per mezzo milione di persone anche perché, oltre ai numeri e alle adesioni ricevute, “il nostro Pride”, conclude Grillini, “avverrà in un’atmosfera meno cupa che in passato. Fino all’anno scorso il pessimismo era forte. Oggi invece c’è la rivoluzionaria sentenza della Cassazione in base alla quale i gay devono aver diritto a una vita familiare e a vivere la loro condizione di coppia. Questa sentenza è stata festeggiata pubblicamente proprio a Bologna con un brindisi in piazza. E poi sempre qui c’è stato il riconoscimento dei rappresentanti delle famiglie gay nella consulta comunale, altro tema che valorizzeremo il prossimo giugno”.
In ultimo che messaggio inviare a un altro emiliano – modenese per la precisione – che a ripetizione ha fatto parlare di sé per le sue dichiarazioni contro i gay, Carlo Giovanardi, ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega alla famiglia? Grillini sorride e sfodera di una notizia diffusa in giornata dalle agenzie di stampa secondo la quale, confermano i ricercatori, alla base dell’omofobia ci sarebbe l’omosessualità repressa. “Be’, adesso è ora che Giovanardi cambi temi. Nel caso non lo facesse, se dovessimo dar retta alle affermazioni degli scienziati di cui si parla oggi, dovremmo iniziare a sospettare che anche lui sia gay”.