Ciao Musa stanca, Dibi l’ombrosa, e tu, Diego De La Vega. Insomma tutti voi ragazzi del blog, come butta? Siete sopravvissuti ai bagordi pasquali? Io boccheggio ancora (ho la mamma siciliana).

Vi racconto cosa mi è capitato ieri mattina o meglio, le emozioni che ho provato.

Alle nove meno un quarto trascinando il mio corpo lasso, mi avvio all’appuntamento col “cavadenti” tedesco (è normale che un dentista fissi una seduta il giorno dopo pasquetta alle nove della mattina??). Vi risparmio la descrizione del mio umore da pentola a pressione.

Esco da un vicoletto della Roma antica, e Piazza Navona si presenta a me con quella bellezza prepotente che prosciuga il fiato.

Rallento il passo, e guardo in su. Il cielo è azzurro come un manto di Madonna e si poggia leggero su uomini e cose. Due gabbiani giocano a rincorrersi. Lo fanno con garbo. In silenzio. La città si è appena svegliata e loro lo sanno.

I miei sensi sono presenti. So che la vita mi parla, la sento e non voglio perdere un fiato.

Penso alle parole del mio amico poeta Antonio Belsito (nessuno rida per l’omonimia), che una volta ha scritto:

Mi sveglio al mattino e già tremo di emotività ancor prima di scendere dal letto. La vita è un miracolo talmente bello che non voglio perdermi nulla”.

Vi abbraccio ragazzi ancora immersa in quel ricordo, e vi lascio con una poesia di Antonio che mi emoziona sempre. Il mio regalo (tardivo) pasquale.

Vita
…e ancora altra vita…
Vita di giorni che si susseguono
Di emozioni che si inseguono
Di parole che si amano.

Vita di gente vicina
E di gente lontana.
Vita di confidenze,
vita di essenze.

Vita di vite,
generose,
preziose,
volenterose.

Vita di vite
Ansiose,
pensierose,
meticolose.

Vita
E ancora altra vita
Scandita,
ammaliata,
sensata.

Semplicemente amata:
Vita.

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