Dopo 29 giorni in mano ai maoisti, la guida turistica italiana è tornata il libertà. "Sto bene - ha detto - Ho fatto un mese di vacanza pagata, anche ma qualche problema c'è stato: il cibo era quello che era, e per due volte ho avuto la malaria"
In questi giorni l’ambasciatore italiano aveva fatto la spola fra il Kerala, dove ha trascorso la Pasqua con i marò, e l’Orissa, per seguire da vicino gli sviluppi del rapimento di Bosusco.
Secondo fonti di polizia locale, dopo la sua liberazione, Bosusco è arrivato a Bhubaneswar, capitale dello Stato indiano di Orissa. Interrogato sull’ipotesi che Bosusco potesse dirigersi verso Puri, città dove gestisce una piccola agenzia turistica, il vice sovrintendente di polizia di quella città, P.K. Mishra, ha risposto: “Prima dovrà recarsi a Bhubaneswar, poi eventualmente tornerà qui a Puri”.
Bosusco era stato sequestrato il 14 marzo nella foresta di Soroda mentre accompagnava in un trekking, insieme a due aiutanti indiani, il turista Claudio Colangelo, rilasciato poi il 25 marzo senza evidenti contropartite. Un giornalista del canale Ndtv ha spiegato di avere contattato colleghi nella foresta al confine fra i distretti di Kandhamal e Ganjam che gli hanno detto di essere con l’ex ostaggio italiano.
“Paolo Bosusco sta bene, ha parlato con la sua famiglia e vuole tornare in Italia”: lo ha detto sempre l’ambasciatore italiano a New Delhi, Giacomo Sanfelice di Monteforte, che ha visto la 54enne guida turistica, non appena è stato liberato dai ribelli maoisti. “Devo ringraziare le autorità indiane per la cooperazione e per la risoluzione di questo caso non facile”, ha sottolineato Sanfelice di Montefiore. “Abbiamo incontrato Bosusco, sta bene e vuole tornare in Italia. Ci sono stati momenti difficili, ma la trattativa è stata condotta bene e il tutto si è concluso per il meglio”, ha proseguito il diplomatico. “Ci ha detto subito di stare bene e di essere dispiaciuto soprattutto per aver disturbato tante persone per la sua liberazione”, ha concluso.
Al termine del colloquio con le autorità, Bosusco si è affacciato dal balcone della Guest House di Bhubaneswar dove si trova, per salutare il centinaio di giornalisti presenti. L’italiano è apparso sorridente sereno, e a chi gli faceva notare “oramai sei diventato famoso”, ha risposto “sì, ma non avrei voluto esserlo”. “Saluto tutti quelli che mi vogliono bene, mio padre, mia sorella, zii e zie, e tutti i miei amici, in Italia e nel mondo: voglio dire loro di non preoccuparsi” ha detto l’italiano, apparso molto dimagrito dopo la prigionia. “E’ il risultato di 28 giorni di vacanza pagata” ha spiegato Bosusco, affrettandosi però ad aggiungere subito che “i maoisti hanno cercato di darmi il meglio che potevano, ma qualche problema c’è stato, il cibo era quello che era, e per due volte ho avuto la malaria”. Tuttavia, ha aggiunto, “sono abituato, per anni sono andato nella foresta da solo”. La vera difficoltà, ha sottolineato ancora Bosusco alludendo al compagno di prigionia Claudio Colangelo, rilasciato il 25 marzo, “è stata quando c’erano altre persone che dipendevano da me, dopo invece è andata meglio”.