“La mia carriera rappresenta un’anomalia per Hollywood. Mi hanno chiamato in tutti i modi, da “re del film di serie B” a “papa del cinema pop”. Ho diretto più di 50 film indipendenti a basso costo, e ne ho prodotti e distribuiti, o distribuiti soltanto, almeno altri 250 per conto delle mie società. (…) E mentre ad Hollywood è tradizione che nessuno guadagni facendo cinema, comunque vadano le cose al botteghino, io sono riuscito a ricavare un profitto in circa 280 casi di quei 300”.
Parole e cifre di Roger Corman, 86 anni da Detroit, tratte dal volume autocelebrativo Come ho fatto cento film… (Lindau) a cui la Cineteca di Bologna dedica una retrospettiva parziale (“Un fuorilegge ad Hollywood”) dal 13 al 20 aprile con una decina di titoli, perlopiù dei favolosi sixties.
Corman è stato prima di tutto un ragioniere della settima arte, uno per il quale business is business e rigorosamente a basso costo. Una filosofia, quella dell’istrionico fattorino della Fox che sul finire degli anni cinquanta s’inventa un cinema artigianale pronto poi a sfornare gli “autori” della New Hollywood anni settanta, ancora ineguagliata per sfacciataggine e prolificità.
Efficienza, intraprendenza e umorismo, alla scuola del produttore-regista Corman (forse la factory più importante dopo quella di Andy Warhol) s’imparava di tutto, in una sorta di brulicane e vertiginosa verticalità della macchina cinema: dalle tecniche di ripresa all’organizzazione produttiva, dalla scrittura alla selezione degli attori, dal montaggio al marketing promozionale.
Ispirati o non ispirati, maestranze tecniche e artistiche salivano sul set e mettevano in moto la gloriosa macchina del cinema. Corman risulta così più il George Melies multitasking visto in Hugo Cabret di Scorsese che un visionario levatore di talenti d’essai alla Paulo Branco. Fin dagli otto film ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe, con Vincent Price come protagonista, che dal 1960 al ’64 il nostro produce a ritmo forsennato (in Cineteca ne potremo vedere quattro).
Mai un dollaro rimesso, mai un budget sforato, set riutilizzati almeno due volte perché erano troppo belli per “essere usati una volta sola”. La leggenda e la realtà dei fatti con Corman si confondono e fanno trasparire quell’allegra spacconeria che fa breccia nell’industria hollywoodiana in crisi degli anni cinquanta. L’artista-impresario, come amava definirsi Corman, comprende il potenziale ribellistico della controcultura che negli anni sessanta esplode nelle arti figurative e si incunea sottopelle tra gli studios in crisi. Produce come un pazzo, due-tre film l’anno, gira anche pellicole cosiddette impegnate (The intruder – L’odio esplode a Dallas, 1962), ma ci perde dollari e lascia perdere.
Gli affari sono affari, solo ricavando qualcosa al botteghino si continua a fare i produttori. Allora per tutti gli anni sessanta si punta all’horror (storica La piccola bottega degli orrori girato nel 1960 per scommessa in due giorni e una notte con 35 mila dollari ed esordio di Jack Nicholson), al gangster, alla fantascienza. Corman rianima i generi, gli insuffla (involontariamente?) l’afflato artistici dei pupilli poi diventati geni. Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, John Sayles e Jonathan Demme, giusto per citarne alcuni, con Corman si fanno conoscere e si introducono come possibili cineasti, convincendo le grandi major dei rischi produttivi diventano “grandi”.
Non che la biografia di Corman finisca qui, nel 1971 con l’ultima regia de Il barone rosso, e un’instancabile attività di distributore con la sua New World tanto da importare, sempre guadagnandoci, negli Stati Uniti i film di Fellini, Truffaut, Kurosawa. Semmai, attorno a lui muta il mondo cinematografico, produttivamente e a livello distributivo. Arrivano la tv e il vhs e addirittura oggi il digitale e il web. Occasione imperdibile magari per rilanciare una nuova serie di pellicole low budget. Interrogativi a cui lo stesso Corman potrà rispondere di persona il 17 aprile al Lumiere di Bologna alla fine della proiezione del documentario Corman’s world (ore 20) e prima della proiezione de L’odio esplode a Dallas (22.30).
Per scaricare l’intero programma: http://www.cinetecadibologna.it/roger_corman/ev/programmazione